Manifestanti dei gilet gialli ascoltano il discorso alla nazione di Emmanuel Macron (foto LaPresse)

Macron e il cuore della Francia

Redazione

Il presidente comprende la piazza, ma non può rinunciare al piglio riformatore

Giovedì scorso, davanti ai suoi fedelissimi, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, aveva analizzato con queste parole la crisi aperta dai “gilet gialli: “La situazione peggiore è quando le persone sono indifferenti. Quando c’è l’odio, invece, c’è anche una richiesta d’amore”. E’ da qui che vuole ripartire l’inquilino dell’Eliseo per ricucire il legame con quel popolo che lo ha votato nel 2017 con la promessa di portare la Francia nel Ventunesimo secolo, dal bisogno d’amore di un paese, la Francia, che “vuole una grande narrazione romantica”, come disse da candidato di En Marche!, e non si accontenta delle “prove d’amore routinarie”.

 

Non sarà facile riconquistare i cuori dei suoi concittadini e soprattutto di quella Francia periferica che si è sentita esclusa dalle riforme fiscali in questi primi diciotto mesi di mandato. Ma quantomeno c’è la consapevolezza che ci vogliono risposte forti, perché “il momento è grave” e bisogna “tentare di salvare il quinquennio”, come ha scritto il Monde.

 

Lunedì, prima del discorso solenne alla nazione in diretta televisiva, Macron ha riunito all’Eliseo una grande conferenza sociale, alla quale hanno partecipato i presidenti del Senato e l’Assemblea nazionale, le organizzazioni sindacali e padronali e i rappresentanti degli enti locali. L’obiettivo? “Mobilitare per agire”, dicono nella macronia, mentre i “gilet gialli” iniziano il loro secondo mese di proteste e invitano a scendere in piazza anche sabato prossimo per il “V Atto”. “So che c’è indignazione. E’ stato inizialmente un moto di rabbia contro una tassa, ma in realtà questa collera è più profonda, e la percepisco”, ha dichiarato Macron a reti unificate. La volontà di dialogare c’è, il passo indietro, con la cancellazione degli aumenti delle tasse sui carburanti, c’è stato, e il cambio di metodo pure: quello che non deve venire meno, però, è il piglio riformista che Macron ha dato prova di avere, riformando il mercato del lavoro e mettendo le basi per una rivoluzione liberale nel paese più statalista d’Europa. “Macron saprà ritrovare il cammino del cuore dei francesi”, ha detto il portavoce dell’esecutivo Benjamin Griveaux. Per ora è importante per Macron ritrovare il cuore di Francia.

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