Milorad Dodik (foto LaPresse)

Forse le elezioni in Bosnia sono andate meglio del previsto

Micol Flammini

Che avrebbe vinto Dodik, il candidato serbo nazionalista, si sapeva. Ma è dalla parte croata che arriva una piccola notizia positiva

Il risultato delle elezioni in Bosnia ancora non è definitivo, ma già i candidati hanno proclamato la vittoria e dei due scenari che si prospettavano, forse sembra prevalere il meno destabilizzante grazie alla vittoria del croato Komsic.

 

I serbi

  

Tra i serbi ha vinto Milorad Dodik, ex leader della Republika serpska, nazionalista, negazionista - ha chiesto e ottenuto l’annullamento del rapporto sul massacro di Srebrenica sostenendo che i dati contenuti fossero stati falsificati dalla comunità internazionale - e in campagna elettorale ha promesso che avrebbe dedicato ogni sforzo della sua presidenza a rendere indipendente la parte serba della federazione. Fondatore del partito Snsd, Alleanza dei socialdemocratici indipendenti, è un personaggio molto popolare. E’ filorusso, contrario all’ingresso della Bosnia Erzegovina nell’Unione europea. Aveva iniziato la sua carriera politica come moderato, Madeleine Albright lo aveva anche definito “una boccata di aria fresca”, ma le cose sono cambiate velocemente. Fu Dodik nel 2016 a proporre un referendum per rendere il 9 gennaio, data dell’inizio della guerra civile in Bosnia, festa nazionale. Il referendum venne dichiarato illegale dalla Corte costituzionale, ma i serbi andarono comunque a votare e il Sì vinse con il 99,81 per cento. L’idea di Dodik della secessione della Republika serpska – tra i motivi enunciati dal leader c’era anche quello che i muezzin bosniaci gridano troppo – ha molto seguito tra i serbi di Bosnia.

 

Bosniaci e croati

 

Tra i bosniaci, invece, il vincitore è Sefik Dzaferovic, candidato del Partito d’azione democratica del presidente uscente, di centrodestra. Ma forse è dalla parte croata che arriva la notizia migliore. Il vincitore è Zaljko Komsic del Fronte democratico che ha sconfitto l’ex membro croato della presidenza, Dragan Covic, vicino a Dodik e favorevole a una divisione della nazione su base etnica. Komsic, invece, sostiene la comunità bosniaca e questa alleanza tra croati cattolici e bosniaci musulmani forse potrebbe servire a limitare le mire di Dodik.

 

Il sistema bosniaco

 

Il sistema delle istituzioni bosniaco è basato sugli accordi di Dayton del 1995, promossi dalla Comunità internazionale per mettere fine alla guerra. Gli accordi hanno stabilito che il territorio venisse diviso in due entità: la Federazione della Bosnia ed Erzegovina, abitata da bosniaci e croati, e la Repunlika serpska, abitata da serbi. Ognuno dei tre gruppi etnico-religiosi elegge un proprio presidente che a turno, per otto mesi, esercita il suo mandato.