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Perché l'ambasciatrice Morris è fiduciosa sulla Brexit

Gregorio Sorgi

È stato presentato a Villa Wolkonsky un sondaggio sul rapporto tra gli italiani e il Regno Unito

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È stato presentato a Villa Wolkonsky un sondaggio sul rapporto tra gli italiani e il Regno Unito realizzato da Swg. La ricerca ha mostrato che il 47 per cento dei nostri concittadini è convinto che la Brexit sia stata una scelta sbagliata. Inoltre, la maggioranza (58 per cento) auspica un rapporto stretto tra Italia e Gran Bretagna anche dopo l'uscita dall'Unione europea, soprattutto in materia di sicurezza e libero scambio.

 

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L'ambasciatore britannico a Roma, Jill Morris, è fiduciosa: entro ottobre si troverà un'intesa tra il Regno Unito e l'Unione europea, “al massimo a novembre, quando potrebbe essere convocato un summit di emergenza”. E anche alcune indiscrezioni britanniche degli ultimi giorni confermerebbero che ci sono delle buone possibilità che l'accordo sulla Brexit possa essere finalizzato a novembre. Morris conferma che i residenti italiani nel Regno Unito, quasi 700 mila, “continueranno a vivere la loro vita così come hanno sempre fatto” e che “dobbiamo fare di tutto per proteggere i loro diritti”. Questo messaggio rassicurante era emerso anche in un incontro della settimana scorsa all'Ambasciata italiana a Londra, cui aveva partecipato Jill Morris assieme al sottosegretario per la Brexit, Suella Braverman. Tuttavia, il governo britannico ancora non ha spiegato cosa cambierà nella propria politica migratoria durante i due anni di transizione da marzo 2019 a dicembre 2021.

 

Morris ha anche detto che il summit tra i capi di Stato domani a Salisburgo sarà una “grande opportunità per i leader stranieri per riconoscere la nostra proposta e dare un senso di urgenza e di immediatezza al processo di uscita dall'Ue”. Il governo May sta prendendo delle precauzioni nel caso non si trovi un accordo con Bruxelles, ma questa eventualità non è auspicata da Londra. Morris è convinta che alla fine ci sarà un'intesa perché “quello che ci unisce è maggiore di quello che ci divide”.

  

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L'ambasciatore spiega che le divisioni dell'opinione pubblica sulla Brexit "sono normali in una democrazia" però adesso "abbiamo un accordo condiviso da tutto il governo e con quello dobbiamo andare avanti". L'ipotesi di un secondo referendum sulla Brexit "è molto improbabile perché non ci sono i numeri in Parlamento. L'anno scorso l'ottanta per cento degli elettori ha votato per i conservatori o per i laburisti, entrambi contrari al People's Vote”.

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In realtà gli ultimi sondaggi mostrano che la maggioranza dell'elettorato britannico sarebbe favorevole a un nuovo referendum. Il mondo che gravita attorno al Partito laburista – i sindacati ma anche il movimento ultra-corbynista Momentum – si sono espressi a favore di questa possibilità e hanno messo pressione al leader Jeremy Corbyn.

 

Per quanto riguarda il governo italiano, Morris spiega che l'esecutivo ha avuto un atteggiamento “pragmatico e costruttivo” nelle negoziazioni e che c'è la volontà di “creare una partnership speciale tra Italia e Regno Unito”. L'ambasciatore ricorda che le trattative “si svolgono a Bruxelles e non nelle capitali europee”, ma fonti diplomatiche spiegano che l'uomo ombra di Theresa May sulla Brexit, Oliver Robbins, tiene un filo diretto con i consiglieri diplomatici degli altri capi di Stato. Dal 20 al 22 settembre si terrà l'annuale convegno di Pontignano, il più importante appuntamento sui rapporti anglo-italiani, che verrà presieduto da Carlo Calenda e dal Lord conservatore David Willetts.

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