Il figlio di Allah
Dal “Gesù musulmano” dello Spiegel alle scuole che lo aboliscono. Il Natale è stato un tripudio multiculturale
Roma. “Assistiamo a una specie di snaturamento del Natale in nome di un falso rispetto di chi non è cristiano”, ha denunciato ieri Papa Francesco. Nelle stesse ore usciva l’edizione natalizia del settimanale tedesco Spiegel. Una celebrazione in copertina di “Gesù, il Musulmano”. L’autore dell’articolo, Dietmar Pieper, scrive che “le due religioni sono molto vicine”. I musulmani adoravano non solo Abramo, ma anche Gesù e Maria. La cover può essere capovolta: il lettore vede Gesù o il suo omologo musulmano, Issa. Follia? Sì, ma anche un trend in Europa.
In Belgio, il capo della Croce rossa di Liegi ha ordinato ai 28 uffici della città di togliere il crocifisso. In Germania, una scuola di Lüneburg, il Johanneum Gymnasium fondato seicento anni fa, ha rimandato la festa di Natale dopo che uno studente musulmano si è lamentato del fatto che i canti natalizi a scuola erano incompatibili con l’islam.
Il caso della scuola norvegese
In Norvegia, una scuola elementare di Skien ha incluso non solo la solita lettura da parte degli alunni della Bibbia, ma anche due versetti del Corano che si riferiscono a Gesù, come da copertina dello Spiegel. Il giornalista americano Bruce Bawer, che oggi vive a Oslo, ha parlato di “un altro esempio di dhimmitude: la sottomissione europea all’islam”. In Spagna, il Consiglio comunale di Madrid ha sostituito le festività natalizie nella capitale con una “Fiera internazionale delle culture neo-pagane”. Secondo il sindaco di Madrid Manuela Carmena, lo scopo dell’evento è quello di scristianizzare il Natale per renderlo più “inclusivo”: “Sappiamo tutti che il Natale è un festival di origine religiosa, ma è anche una celebrazione dell’umanità, della solidarietà. Pertanto, il Comune di Madrid vuole fare tutto il possibile affinché tutti quelli che sono in questa città, ovunque si trovino, possano godersi il Natale”. E’ stato un bel Natale con l’hijab.