Storia della rivista che anticipa gli attentati più sanguinosi
Lo Stato islamico allude ai suoi piani futuri sulla rivista? L’uccisione degli ostaggi copti egiziani su una spiaggia di Sirte, in Libia, è apparsa prima sulle pagine di Dabiq a gennaio – ma come un indizio, un paio di fotografie che non fornivano certezze – e poi è stata confermata da un video messo su Internet a metà febbraio.
Gli attentati nei regni sunniti del Golfo dell’ultimo mese, due in Arabia Saudita e uno in Kuwait, sono stati in qualche modo preceduti da una copertina premonitrice del numero nove di Dabiq, , che mostra il segretario di Stato americano, John Kerry, assieme ai rappresentanti dei regni arabi del Golfo – una raffigurazione rappresentativa dell'alleanza con Washington.
In uno dei libri più completi pubblicati su al Qaida (gruppo jihadista ora rivale dello Stato islamico), “The Looming Towers”, l’autore Lawrence Wright nota che Osama bin Laden inseriva dettagli all’apparenza insignificanti nel materiale che sapeva sarebbe circolato, dettagli che acquistavano grande importanza dopo gli attentati. Quando nel maggio 1998 si fece intervistare dal reporter John Miller della rete americana ABC, Bin Laden si fece riprendere con alle spalle una mappa dell’Africa. Il 7 agosto, tre mesi dopo, Al Qaida attaccò due ambasciate americane a Nairobi in in Kenya (213 morti) e a dar es Salaam in Tanzania (12 morti).