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La Silicon Valley alla Corte europea

Redazione
Max Schrems ha intentato una causa che potrebbe cambiare il modo in cui funziona internet in mezzo mondo. Questa settimana ha portato alla Corte europea la sua denuncia contro l’accordo (chiamato Safe Harbor) che consente alle grandi compagnie della Silicon Valley, da Facebook a Google, di conservare in America i dati personali degli utenti europei.
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Max Schrems è uno studente austriaco di Legge, ha 27 anni e ha intentato una causa che potrebbe cambiare il modo in cui funziona internet in mezzo mondo. Dopo una lunga campagna di attivismo, e una prima causa contro Facebook, Schrems questa settimana ha portato alla Corte europea la sua denuncia contro l’accordo (chiamato Safe Harbor) che consente alle grandi compagnie della Silicon Valley, da Facebook a Google, di conservare in America i dati personali degli utenti europei. Schrems dice che la Silicon Valley non protegge la privacy degli europei a sufficienza, l’affaire Snowden e la lunga schiera di leak degli ultimi due anni lo dimostrerebbero, e per questo, come ha scritto il Financial Times questa settimana, si è rivolto alla più alta Corte dell’Unione per costringere la Silicon Valley a cambiare il modo in cui internet si è sviluppato fino a oggi, e fare in modo che i dati degli europei siano conservati su suolo europeo. La Corte dovrebbe pronunciarsi quest’anno, in concomitanza con le discussioni per il rinnovo del Safe Harbor da parte della Commissione europea, e se dovesse dare ragione a Schrems sarebbe una rivoluzione: non solo Facebook e le altre dovrebbero affrontare spese enormi per cambiare il modo in cui lavorano, ma cambierebbe l’architettura del web. Internet si frammenterebbe a livello regionale, e guarda caso questo è quello che chiedono molti governi, dalla Russia di Putin al Brasile di Dilma Rousseff, interessati a estendere il proprio controllo (e la propria censura, nel caso) sulle infrastrutture della Silicon Valley. Sarebbe una riforma strategica, meglio non lasciarla all’attivismo di uno studente.
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