L'incontro tra Papa Francesco e Volodymyr Zelensky nel 2020 (LaPresse)

Editoriali

Andare o no a Kyiv? Quale prezzo è disposto a pagare il Papa

Redazione

Una visita del Pontefice avrebbe un enorme peso politico ma la questione è delicata, ora più che mai

Volodymyr Zelensky ha ribadito, stavolta parlando direttamente al telefono con il Papa che “Sua Santità è l’ospite più atteso in Ucraina”. Se non si tratta di invito ufficiale, poco ci manca. Francesco ha risposto ribadendo di essere impegnato a fare “tutto il possibile” per fermare la guerra. Già nei giorni che precedettero l’invasione russa, i vescovi greco-cattolici locali avevano chiesto che il Pontefice si recasse a Kyiv: “La guerra finirebbe ancora prima di iniziare”, spiegava l’arcivescovo maggiore della capitale, Sviatoslav Shevchuk. Oggi, a quasi un mese dall’attacco, le cose sono più complicate. Una visita di Francesco a Kyiv o a Leopoli avrebbe l’effetto di imporre di fatto una no fly zone sull’Ucraina: la Russia sarebbe costretta a rivedere i piani d’attacco, nessun missile potrebbe essere lanciato mentre il Papa cammina tra i cavalli di Frisia disposti lungo le strade ucraine.
 

Avrebbe un enorme peso politico: non che Bergoglio abbia mancato di far capire come la pensa sul conflitto in corso (basterebbe rileggersi gli Angelus delle ultime domeniche), ma è indubbio che una presenza fisica sul posto, per di più su invito di Zelensky, lo porterebbe a essere identificato da parte della propaganda del Cremlino come uno dei tanti leader occidentali che minacciano l’onore della Grande Madre Russia impegnata nella sua operazione speciale per fermare il genocidio nel Donbas e denazificare il paese. Senza contare, poi, le conseguenze sul dialogo ecumenico, visto che da Mosca Kirill avrebbe molto da ridire su una visita in solitaria del “primate della Chiesa cattolica romana” in un territorio che il Patriarcato considera di sua proprietà. L’ala più nazionalista del clero moscovita (ma anche quella più moderata) non tarderebbe a denunciare la crociata del Papa di Roma sul santo e benedetto suolo della Rus’. È, questa, una guerra di nervi che rischia di assumere i contorni di una devastante guerra di religione. Francesco ha davanti a sé due strade: mantenere aperti i canali con Mosca e deludere le aspettative di Zelensky o rompere gli indugi in nome della Verità, andando a Kyiv. In ogni caso, pagherebbe un notevole prezzo morale.

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