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Editoriali

Proporzionale consensuale. Una riforma non condivisa rischia di nascere zoppa

Redazione

Una legge elettorale di questo tipo ha qualche possibilità di essere modificata solo se questa esigenza viene sentita da tutti i sostenitori dell’attuale governo, non se viene vista come meccanismo che sposta gli equilibri e i rapporti di forza

Si ricomincia a discutere di una legge elettorale proporzionale, e questo va benissimo. Le coalizioni vere o presunte si sono schiantate nel corso della battaglia per il Quirinale e sembra un po’ surreale ricostruirle a tavolino solo per ottenere un vantaggio elettorale, salvo poi rendere instabili i governi che ne deriverebbero. Anche Enrico Letta, fino a ieri affezionato all’idea di una coalizione larga ma imperniata sull’alleanza tra Pd e 5 stelle, che avrebbe potuto vincere col maggioritario, ora sembra aver compreso che non si può scommettere sul comportamento del raggruppamento grillino, lacerato da lotte intestine che difficilmente si risolveranno in breve. Il centrodestra, per parte sua, non si capisce come possa ricostruire un’alleanza che si è sfasciata tanto clamorosamente. La riforma elettorale va fatta sulla base di un esame responsabile e comune della situazione che si è determinata e dei rischi che comporterebbero governi basati su coalizioni solo elettoralistiche.

 

Alcuni osservatori (e qualche nostalgico impenitente della Dc) collegano il passaggio al proporzionale alla prospettiva della ricostruzione di un centro che vedrebbe confluire formazioni dalla storia e dall’identità assai diversa, da Forza Italia ai seguaci di Matteo Renzi. È il solito vizio di mettere il carro davanti ai buoi, con il risultato di bloccare tutto. La legge elettorale ha qualche possibilità di essere modificata solo se questa esigenza viene sentita da tutti i sostenitori dell’attuale governo, non se viene vista come meccanismo che sposta gli equilibri e i rapporti di forza. Una riforma istituzionale di questo genere deve ottenere un vasto consenso, non la si può fare contro qualcuno, anche perché chi si sentisse danneggiato potrebbe far cadere il governo e portare a elezioni prima che l’iter della riforma sia completato. Lo scopo di un sistema proporzionale è di lasciare alle forze politiche la libertà di costruire alleanze sulla base del verdetto elettorale, non certo quella di precostituire schemi politici.
 

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