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EDITORIALI

Una giornata nera per la Polonia

redazione

Il colpo del PiS al pluralismo. Troppe similitudini con Ungheria e Russia

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Orlen è una società petrolifera polacca controllata dal governo che ieri ha annunciato l’acquisizione del gruppo editoriale Polska Press, finora della tedesca Verlagsgruppe Passau. Polska Press possiede più di una ventina di testate locali  e quel che preoccupa è il diretto legame tra Orlen e il governo polacco del partito nazionalista PiS, Diritto e giustizia. Il PiS ha sempre guardato con interesse a quello che accadeva in Ungheria, dove in dieci anni il premier Viktor Orbán è riuscito a mettere quasi tutte le  testate del paese nelle mani di uomini a lui fedeli, annullando così il pluralismo e, di fatto, l’opposizione. Quel che rende Varsavia ancora molto diversa da Budapest è proprio questo: l’esistenza di un’opposizione forte che è in grado di creare dibattito, di organizzare il dissenso, che sui giornali, in radio e nelle televisioni interviene per  cercare di frenare la deriva illiberale del PiS. Se l’opposizione perde la sua voce, i piani di Diritto e giustizia potranno compiersi più facilmente e soprattutto, per il PiS, sarà più semplice restare in carica per anni, proprio come ha fatto Orbán: la democrazia illiberale non si costruisce con due  soli mandati. In questi sei anni al governo, il PiS  ha colonizzato  la televisione di stato TvP (ribattezzata TvPiS)  che è diventata un potente organo di propaganda.

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Orlen è una società petrolifera polacca controllata dal governo che ieri ha annunciato l’acquisizione del gruppo editoriale Polska Press, finora della tedesca Verlagsgruppe Passau. Polska Press possiede più di una ventina di testate locali  e quel che preoccupa è il diretto legame tra Orlen e il governo polacco del partito nazionalista PiS, Diritto e giustizia. Il PiS ha sempre guardato con interesse a quello che accadeva in Ungheria, dove in dieci anni il premier Viktor Orbán è riuscito a mettere quasi tutte le  testate del paese nelle mani di uomini a lui fedeli, annullando così il pluralismo e, di fatto, l’opposizione. Quel che rende Varsavia ancora molto diversa da Budapest è proprio questo: l’esistenza di un’opposizione forte che è in grado di creare dibattito, di organizzare il dissenso, che sui giornali, in radio e nelle televisioni interviene per  cercare di frenare la deriva illiberale del PiS. Se l’opposizione perde la sua voce, i piani di Diritto e giustizia potranno compiersi più facilmente e soprattutto, per il PiS, sarà più semplice restare in carica per anni, proprio come ha fatto Orbán: la democrazia illiberale non si costruisce con due  soli mandati. In questi sei anni al governo, il PiS  ha colonizzato  la televisione di stato TvP (ribattezzata TvPiS)  che è diventata un potente organo di propaganda.

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Con tutte le testate di Polska Press nelle sue mani, il governo si troverà ad avere un megafono ancora più potente. L’opposizione protesta, parla di giornata nera per la Polonia. Quel che fa rabbia, dicono in molti, è che il PiS si ispira a Orbán che a sua volta si è sempre ispirato a Vladimir  Putin. Le similitudini non mancano con la Russia, Orlen è una piccola Gazprom polacca. Putin è spesso rappresentato dal PiS  come il nemico numero uno, e la memoria del comunismo e dell’invasione russa per i polacchi è ancora molto fresca. Dell’essere ormai lontani dall’orbita di Mosca i polacchi sono sempre andati molto  fieri.  Adesso, che il PiS pur di demolire le istituzioni della Polonia ricorra ai sistemi russi, togliendo alla nazione la sua vitalità democratica e il suo pluralismo, sembra una caricatura della storia ancora più grande e dolorosa. 

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