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editoriali

Claudio Borghi, costituzionalista per caso

Mattarella invita al dialogo, Salvini si affida al no euro. La “svolta liberale” della Lega: continuare a fare le stesse cose di prima, ma offendendosi quando gliele si fa notare

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Siccome ora sono “liberali” e ambiscono a ingraziarsi il Ppe della Merkel, quelli della Lega hanno ritenuto opportuno evitare che Claudio Borghi, quello che apprezzava Alba dorata e sogna il ritorno glorioso della lira, parli troppo spesso di economia. E devono forse aver pensato che a lasciarlo discettare di diritto costituzionale Borghi potesse fare meno danni. E così, nel giorno in cui in Parlamento si tenta, sotto l’auspicio del Quirinale, di tentare di imbastire un dialogo che potrà  portare a una collaborazione tra maggioranza e opposizione, Matteo Salvini pensa bene di affidare al prode Borghi l’intervento di replica al presidente del Consiglio.

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Siccome ora sono “liberali” e ambiscono a ingraziarsi il Ppe della Merkel, quelli della Lega hanno ritenuto opportuno evitare che Claudio Borghi, quello che apprezzava Alba dorata e sogna il ritorno glorioso della lira, parli troppo spesso di economia. E devono forse aver pensato che a lasciarlo discettare di diritto costituzionale Borghi potesse fare meno danni. E così, nel giorno in cui in Parlamento si tenta, sotto l’auspicio del Quirinale, di tentare di imbastire un dialogo che potrà  portare a una collaborazione tra maggioranza e opposizione, Matteo Salvini pensa bene di affidare al prode Borghi l’intervento di replica al presidente del Consiglio.

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E lui, Borghi, fa quel che sempre fa in queste occasioni: annuncia su Twitter, alla vigilia, che spetterà a lui rispondere a Giuseppe Conte in Aula, innesca la solita canea di commenti e di incitamenti alla pugna (“annientalo”, “asfaltalo”, “vacci duro”), e poi si sente in dovere di non deludere le aspettative della sua claque. E così si alza in Aula e afferma: “Presidente, lei ha detto che il diritto alla salute è preliminare su tutti gli altri diritti costituzionali? Ma come si permette di fare una scaletta dei valori costituzionali? I diritti costituzionali sono tutti importanti alla stessa maniera e se per caso i numeri qualcosa contano il diritto alla salute è al numero 32, il diritto al lavoro è invece è al quarto”. Una specie di preminenza cronologica, insomma. Conta di più quello che viene citato prima.

 

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Ovviamente scatta la polemica, intorno allo scombiccherato sproloquio di Borghi. E lui però subito si schermisce, accusa i suoi censori di citare a sproposito le sue affermazioni (che noi riportiamo qui in integrale), se la prende coi giornali che travisano il senso del suo ragionamento. Senza soffermarsi a riflettere che il primo mistificatore è stato lui, nell’attribuire a Conte una dichiarazione mai fatta (questo, nel dettaglio, il passaggio del premier: “La difesa della vita umana e della salute costituisce una precondizione per il godimento di tutti gli altri diritti costituzionalmente garantiti”). Forse è questa, insomma, la vera “svolta liberale” della Lega: continuare a fare e a dire le stesse cose di prima, ma offendendosi quando gliele si fa notare. 

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