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editoriali

Capire il dopo Palenzona. Il caos al Crt dice molto su un bivio che esiste di fronte alla fondazioni

Redazione

Il caso scoppiato nella Fondazione torinese, tra sgambetti, polemiche e patti complicati da decifrare, dovrebbe far riflettere su com'è cambiato il ruolo di questi enti no profit. E le varie contraddizioni in cui stanno incorrendo

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Il caso scoppiato nella Fondazione Crt, la terza più ricca d’Italia, con il presidente Fabrizio Palenzona che si dimette ad appena un anno dalla nomina tra polemiche, sgambetti e patti complicati da decifrare, dovrebbe far riflettere su com’è cambiato il ruolo di questi enti no profit. Le fondazioni di origine bancaria gestiscono grandi patrimoni e spesso sono state artefici della nascita di vari istituti, di cui sono azioniste, basti pensare al ruolo svolto dalla lombarda Cariplo nel gruppo Intesa Sanpaolo e della torinese Crt nel gruppo Unicredit. Hanno vissuto decenni di trasformazioni fino ad arrivare, sotto la guida operativa e morale del “demiurgo” Giuseppe Guzzetti, a essere realtà che si occupano prevalentemente di welfare e Terzo settore, svolgendo un ruolo fondamentale in anni in cui le risorse pubbliche sono sempre più scarse.

 

Ebbene, in questo panorama, la Fondazione torinese è apparsa spesso come la più legata a un vecchio modello di gestione, ponendosi come crocevia di interessi finanziari e bancari.  Sia sotto la presidenza di Giovanni Quaglia (basti pensare all’appoggio offerto a Caltagirone-Del Vecchio per un nuovo corso in Mediobanca-Generali) sia sotto la guida di Palenzona (la dismissione inattesa della partecipazione in Banco Bpm per rafforzare la quota detenuta proprio in Generali). Iniziative assolutamente legittime anche perché giustificate dalla necessità di tutelare il patrimonio. Ciò non toglie, però, che tutto questo dinamismo ha finito per stridere con l’indirizzo strategico che alle Fondazioni da vari anni si sforza di imprimere l’Acri, oggi presieduta da Giovanni Azzone. Non che la Fondazione Crt non si occupi di queste cose ma si è anche fatta la fama, specie tra i detrattori, di un luogo dove i giochi di potere sono il pane quotidiano. E’ in questo clima che è maturata una profonda distanza tra Palenzona e il consiglio fino alla nascita di una fondazione “parallela” all’interno della stessa Crt, che fa capire a che punto sia arrivata la contraddizione.

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