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economia bellica

I russi devono indebitarsi per comprarsi l’elmetto, come nel medioevo

Giorgio Arfaras

Con l’aggressione dell’Ucraina sono riemerse delle abitudini “medioevali”: chi va in guerra deve finanziare una parte del proprio equipaggiamento. Nel caso di Kyiv, lo stanziamento passa dalla raccolta di fondi privati, nel caso di Mosca dall’indebitamento che i coscritti accendono individualmente (il microcredito)

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Nell’alto medioevo era dovere dei nobili rispondere al richiamo bellico fornendo di tasca propria arcieri e fanteria, oltre alla propria partecipazione in guerra. Era un sistema militare decentrato che con il tempo è stato sostituito da quello centralizzato.

 

L’esercito diventa uno, è omogeneo, ed è finanziato dallo stato. Il finanziamento avveniva in due modi. Nel caso inglese, la spesa militare era finanziata con le obbligazioni che erano sottoscritte dagli stessi che erano rappresentati in Parlamento. Questi ultimi controllavano la spesa che la Corona usava per scopi bellici. Nel caso dell’Europa continentale, il re si indebitava con i banchieri per condurre le guerre. Quando venivano a mancare i mezzi per rimborsare i debiti, un evento non raro, questi erano cancellati. I debiti accesi per condurre le guerre potevano, come conseguenza, essere concessi solo con dei tassi abnormi. In questo modo i creditori avevano una qualche copertura del rischio che correvano se i prestiti non fossero stati rimborsati. In Inghilterra il controllo parlamentare della spesa in mano ai sottoscrittori di obbligazioni comprimeva l’interesse richiesto, a differenza di quanto accadeva nell’Europa continentale, dove il re non era controllato e i tassi di interesse erano abnormi. Morale, agli inglesi le guerre costavano molto meno.

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Ultimamente, con l’aggressione dell’Ucraina sono riemerse delle abitudini “medioevali”. Chi va in guerra deve finanziare una parte del proprio equipaggiamento. Nel caso ucraino, il finanziamento passa dalla raccolta di fondi privati – il crowdfunding. Sono raccolti liberamente dei fondi presso i residenti e i non residenti che finanziano una parte della spesa militare. In questo modo i coscritti non hanno debiti individuali. Nel caso russo, il finanziamento di una parte del proprio equipaggiamento passa dall’indebitamento che i coscritti accendono  individualmente – il microcredito. Se manca il crowdfunding e se le garanzie fornite non sono sufficienti per accedere al credito bancario, ecco che arriva il microcredito. Se i richiedenti di microcredito sono milioni, con la maggioranza che è solvente, il rischio di insolvenza si riduce e quindi i tassi di interesse si riducono. Nel caso russo, la presenza del microcredito impedirebbe il diffondersi dell’usura. Altrimenti i coscritti andrebbero in guerra con un debito ottenuto pagando dei tassi di interesse abnormi. Allo stato delle conoscenze non si sa se prevale il microcredito oppure l’usura. Ma si deve tener conto che mettere in piedi il microcredito è molto più macchinoso.

 

Quel che pare evidente è che entrambi gli stati, l’aggredito e l’aggressore, non hanno dei mezzi sufficienti per evitare di rivolgersi al finanziamento privato per una parte dell’equipaggiamento militare. Con la differenza che in Ucraina si ha una partecipazione convinta e non a carico dei coscritti, mentre nel caso della Russia si ha una partecipazione recalcitrante e a carico dei coscritti.

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