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Pmi tra Fed e rialzi: come farsi trovare pronti? Tre idee di Confartigianato

Gli obiettivi dei prossimi tempi sono strimenti di agevolazione dei prestiti, garantire nuove moratorie e sostenere i debiti tramite la ristrutturazione dei finanziamenti

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Come se non bastassero i folli rincari dell’energia e delle materie prime, sulle imprese stanno per scaricarsi gli effetti dei ripetuti aumenti dei tassi di interesse decisi dalla Federal Reserve americana, che due giorni fa ha alzato il costo del denaro dello 0,75 per cento, portando i tassi degli Stati Uniti sui livelli più alti dal 2008. Denaro più costoso significa maggiore difficoltà ad affrontare una fase già molto difficile, dalle prospettive incerte per investimenti e occupazione. Una situazione che preoccupa le piccole imprese, come segnalato in questi giorni anche da Confartigianato, dalla quale arriva l’allarme sui problemi di liquidità degli artigiani e dei piccoli imprenditori storicamente penalizzati nell’accesso ai finanziamenti.

 

All’indomani dell’ennesimo rialzo del costo del denaro, il presidente della Confederazione, Marco Granelli, è intervenuto con un appello alle istituzioni e al mondo delle banche affinché si metta in atto un impegno straordinario e responsabile per sostenere  l’accesso al credito delle aziende, specialmente quelle di piccole dimensioni (secondo i più recenti dati dell’Istat, le piccole imprese fino a dieci dipendenti rappresentano il 95,2 per cento delle imprese attive nel nostro paese).

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Come dire che agli indispensabili interventi adottati dal governo Draghi per fronteggiare l’emergenza del caro-energia ora bisogna affiancare misure altrettanto incisive per affrontare gli aspetti legati all’emergenza-liquidità e ai debiti contratti dagli imprenditori negli ultimi anni.
Il richiamo di Granelli, che si unisce a quello lanciato in questi giorni dal Presidente dell’Abi Antonio Patuelli, punta a raggiungere tre obiettivi interessanti. Innanzitutto prolungare gli strumenti e i meccanismi di agevolazione dei prestiti. Contemporaneamente garantire, anche a livello europeo, nuove moratorie e la ristrutturazione dei finanziamenti per sostenere i debiti almeno fino alla conclusione della crisi energetica.

 

E ancora, mettere in sinergia e potenziare le forme di garanzia privata offerte dai Consorzi fidi con gli strumenti pubblici come il Fondo per le Pmi (piccole e medie imprese) e Sace (società controllata dal ministero dell’Economia e delle finanze che offre servizi assicurativo-finanziari per operare sui mercati internazionali). Scendendo nel dettaglio delle proposte di Confartigianato, si tratta di continuare a garantire alle banche flessibilità di azione nella valutazione delle situazioni critiche, consentendo loro, ad esempio, di accordare a famiglie e imprese rinegoziazioni, moratorie di pagamento o proroghe di moratorie in essere, senza l’obbligo di classificazione del debitore in “forborne o” (una situazione di difficoltà che  impone alla banca un gravoso, anche in termini di accantonamenti, monitoraggio per un minimo di 24 mesi su base trimestrale), addirittura, in default secondo la regolamentazione europea in materia.

 

Serve quindi assicurare l’allungamento delle esposizioni debitorie con una misura ad hoc per sostenere la rinegoziazione dei debiti, senza l’obbligo di erogazione di credito aggiuntivo. Un’operazione che potrebbe essere supportata dal Fondo di garanzia per le Pmi in partnership con i Consorzi fidi.
Lo stesso Fondo di garanzia per le Pmi, secondo Confartigianato, va dotato di risorse adeguate a potenziarne l’attività in base alle esigenze delle imprese e all’andamento della congiuntura economica.

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Per accompagnare la domanda di credito delle piccole imprese, Confartigianato pensa anche a strumenti di finanziamento innovativi e alternativi al canale bancario, anche attraverso la raccolta di  risparmio orientato al loro finanziamento.
Garantire liquidità alle piccole imprese significa, però, anche liberare i crediti fiscali bloccati per i lavori incentivati dai bonus edilizia. Confartigianato torna a sollecitare un intervento risolutivo, con il coinvolgimento di  un acquirente di ultima istanza come Poste e Cassa depositi e prestiti.

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