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Next generation Eu permanente e nuovo Patto di stabilità per rilanciare l’Ue

Sergio Silvestrini

Un contesto dominato dall’incertezza necessita di un’architettura istituzionale nazionale e comunitaria ispirata alla massima flessibilità per operare scelte di precisione chirurgica in tema di politiche di bilancio ed economiche

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L’esplosione dei contagi a causa della variante Omicron avvolge le prospettive sull’anno appena iniziato in una fitta coltre di incertezza. A rendere lo scenario simile a un territorio inesplorato, oltre alla pandemia ci sono due fattori di rischio: lo spettro dell’inflazione che si riaffaccia dopo 20 anni e le criticità nel sistema di approvvigionamento delle materie prime e dei semilavorati. Formulare previsioni sulla dimensione della crescita economica diventa un esercizio velleitario e tuttavia è possibile scorgere alcune evidenze. È assai probabile che la ripresa più o meno robusta sarà scarsamente omogenea su base e molto differenziata a livello settoriale.

  

Altro fattore acquisito è il contributo determinante dell’imprenditoria diffusa alla locomotiva Italia in termini di capacità di creare occupazione e dinamismo sui mercati esteri. Un elemento che deve tradursi in politiche mirate per rafforzare il potenziale di crescita ed affrontare le sfide globali. Se il Covid ha spiazzato l’intero pianeta, il caro-energia e le criticità sulle materie prime riflettono la carenza di una solida strategia a livello nazionale e continentale con l’effetto di obbligare governi e istituzioni a misure emergenziali di breve cabotaggio che non rappresentano soluzioni strutturali di medio e lungo termine.

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Un contesto dominato dall’incertezza necessita pertanto di un’architettura istituzionale nazionale e comunitaria ispirata alla massima flessibilità per operare scelte di precisione chirurgica in tema di politiche di bilancio ed economiche per fronteggiare un panorama fortemente asimmetrico e differenziato. 

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La pandemia ha confermato che l’Europa appare un meccanismo preciso e ordinato quando c’è bonaccia per trasformarsi in un congegno pieno di difetti appena il mare si increspa. E negli ultimi 20 anni la bonaccia è stata l’eccezione, le tempeste la regola. Per rispondere alla profonda crisi la scelta obbligata è stata la sospensione di alcuni elementi fondanti dell’architettura europea come il Patto di stabilità e crescita e le regole sulla concorrenza.  

   
Il Next Generation Eu ha rappresentato la risposta alla grave emergenza economica e sociale e mutuando le parole di Luigi Einaudi alla Costituente del 1947 simboleggia un ritrovato ideale umano e moderno nell’Europa di oggi, smarrita e incerta sulla via da percorrere.

  
La necessità di rivedere le regole del Patto di stabilità, la delicata uscita dalle misure emergenziali messe in campo con il Quadro temporaneo degli aiuti di stato devono essere il booster per ridisegnare la governance europea, completare la costruzione del mercato interno, regolare il pendolo tra le esigenze della stabilità finanziaria e quelle della concorrenza. Il cambiamento del paradigma impone di abbandonare la filosofia dell’austerità e del rigore fine a sé stesso regolato da algoritmi automatici e riaffermare la discrezionalità degli organi politici come previsto nei Trattati.

 
La strada per riavviare la costruzione dell’unità politica è piena di insidie ma la circostanza storica forse irripetibile offre l’autorità che finora è mancata. Ci sono anche ingredienti che giocano a favore del progetto riformista. L’ambiziosa agenda della presidenza di turno francese adiuvata dalla Conferenza sul futuro dell’Europa lanciata da Emmanuel Macron che terminerà i lavori in primavera, il rafforzamento del legame tra Roma e Parigi con il recente Trattato del Quirinale, l’accettazione esplicita da parte della nuova coalizione di governo tedesca degli obiettivi di riforma comunitari vicini al programma francese.

  
Il principale banco di prova è la riforma del Patto di stabilità. La crisi ha fatto emergere con estrema chiarezza che non è più sostenibile delegare la politica fiscale interamente ai singoli stati membri, infarcita di regole e vincoli che non tengono conto degli shock macroeconomici esterni.

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E’ evidente che occorre un trade-off tra rigore di bilancio dei singoli paesi e un adeguato bilancio federale dell’Ue per rispondere in modo efficace alle crisi e alle recessioni. Significa rendere permanenti il Next Generation Eu e strumenti come lo Sure (finanziamento comune degli ammortizzatori sociali). Ovvero il capovolgimento della logica del Patto di stabilità, spostando dagli stati membri al livello europeo la responsabilità di rispondere a shock improvvisi. 

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Mai come oggi risuonano le parole del cancelliere tedesco Adenauer: “L’unità dell’Europa era un sogno di pochi. E’ stata una speranza per molti. Oggi è una necessità per tutti”.

   

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Sergio Silvestrini, segretario generale CNA

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