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Niko Romito: "Mantenere la cig è stata una buona scelta. Troppo presto per lasciar fare al mercato"

Roberta Benvenuto

Parla lo chef abruzzese 3 stelle Michelin. Il momento è difficile per la ristorazione, ma bisogna prendere l'iniziativa. Per esempio, provando a ridisegnare le mense scolastiche

 

Incontriamo Niko Romito, chef abruzzese 3 stelle Michelin, nel suo Spazio, elegante locale in zona Pinciano. La situazione generale migliora, le attività economiche finalmente ripartono e i ristoranti non fanno eccezione - dal 10 giugno riapre al pubblico anche Reale, di sua proprietà, a Castel di Sangro. 

Impossibile non menzionare le difficoltà incontrate negli ultimi tempi da imprenditore della ristorazione. “Il secondo lockdown è stato più difficile del primo: avevamo riaperto da poco e siamo stati costretti a chiudere di nuovo”.

Il governo avrebbe potuto fare di più per il settore in cui lavora? “E’ stata fatta molta confusione in passato” ammette. Meglio pensare al futuro: “Mi auguro che si diano linee privilegiate di accesso al credito, si concedano più agevolazioni fiscali e aumentino gli investimenti, in modo da recuperare tutto quello che si è perduto”. Nel frattempo, lui non è rimasto ad aspettare gli eventi - “ho cercato di motivare il gruppo e di tenere impegnate le persone che lavorano insieme a me” confessa al Foglio. Insieme ad altre associazioni, ha dato il suo contributo per la presentazione dell’iniziativa parlamentare Nutrirsi a scuola, presentata dal deputato Alessandro Fusacchia. 

L’obiettivo è di trasformare le mense scolastiche da servizio a domanda individuale a servizio pubblico essenziale, superando il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e privilegiando qualità e sostenibilità dell’offerta. “Abbiamo pensato a ridisegnare le mense scolastiche. Mangiare male può provocare problemi fisici o malattie che ricadono sulla spesa sanitaria a carico dello stato. Perché non giocare d’anticipo, puntando a servire pasti di qualità ai più giovani da subito? Senza contare che questa mossa potrebbe avere un’impatto sull’economia del nostro settore e sul made in Italy. Possiamo dare nuove chance alla ristorazione in un momento difficile”.


Che, a suo parere, il paese non ha ancora superato, mente la politica si confronta sullo sblocco dei licenziamenti: “No, non siamo ancora tornati alla normalità. E mi sembra ancora troppo presto per lasciare briglie sciolte al mercato. Mantenere la cassa integrazione per alcuni tipi di aziende è stata una buona scelta”.

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