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L'India lancia la sfida: "Battiamo il coronavirus da global player"

Luciana Grosso

Il gigante asiatico, numeri alla mano, ha contenuto la pandemia meglio degli Stati Uniti e gioca un ruolo chiave anche nella catena logistica dei vaccini. L'obiettivo di lungo periodo: diventare leader mondiale dell'economia e degli investimenti

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Domare il Covid per conquistare il mondo: si potrebbe riassumere così quel che ha detto Narendra Modi, premier indiano, al Forum di Davos. Modi è intervenuto a Davos per parlare sostanzialmente di due cose: la prima, come l’India è riuscita a contenere in modo drastico la diffusione del Covid; la seconda, come l’India pensa di poter capitalizzare l’esperienza degli ultimi mesi, nei quali ha dimostrato di avere (o di essere in grado di sviluppare) la tecnologia e le infrastrutture necessarie a contenere una potenziale catastrofe.

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Domare il Covid per conquistare il mondo: si potrebbe riassumere così quel che ha detto Narendra Modi, premier indiano, al Forum di Davos. Modi è intervenuto a Davos per parlare sostanzialmente di due cose: la prima, come l’India è riuscita a contenere in modo drastico la diffusione del Covid; la seconda, come l’India pensa di poter capitalizzare l’esperienza degli ultimi mesi, nei quali ha dimostrato di avere (o di essere in grado di sviluppare) la tecnologia e le infrastrutture necessarie a contenere una potenziale catastrofe.

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“Il mondo si aspettava che in India, un paese in via di sviluppo con una grande popolazione, la pandemia avrebbe galoppato. Poteva essere una bomba sanitaria. Erano previsti 2 milioni di morti. Invece nel giro di pochi mesi abbiamo costruito strutture sanitarie dedicate, avviato un massiccio piano di test, distribuito mascherine e sistemi di protezione, così tanti che li abbiamo anche esportati. Abbiamo fatto investimenti per miliardi di rupie”. In effetti, almeno stando ai numeri ufficiali, la situazione in India appare migliore che da altre parti. Il picco si è raggiunto a settembre, quando il paese viaggiava al ritmo di 100 mila positivi al giorno. Ma da allora la situazione è gradualmente migliorata, fino a sembrare del tutto sotto controllo: oggi si segnalano circa 10 mila nuovi casi e circa 100 morti al giorno.  In tutto, in India, i numeri ufficiali riportano 10 milioni di casi e 150 mila morti (negli Stati Uniti, che hanno un terzo della popolazione indiana, siamo a 25 milioni di casi e 400 mila morti).

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Oltre a questo c’è la grande partita dei vaccini, sia perché gran parte della produzione mondiale di fiale arriva dall’India, sia perché anche il paese è impegnato in una campagna vaccinale che deve andare a velocità da record. “La campagna di vaccinazione è iniziata con grande successo, più di 2,3 milioni di operatori sanitari sono già stati vaccinati in 12 giorni, e puntiamo a vaccinare 300 milioni di persone entro l’estate, tra cui 30 milioni di lavoratori sanitari”.

 

 

Ora il problema è pensare come capitalizzare tutto questo successo e questo verticale sviluppo, in termini di investimenti e infrastrutture, per farlo fruttare nel mondo di dopo, quello nel quale il Covid sarà un ricordo. La chiave, secondo Modi (e c’è da capirlo) è la crescita dell’India che aspira non solo e non tanto a essere autosufficiente da Cina e Usa, ma anche ad affiancarsi loro, ove non a sostituirle, come centro nevralgico dell’economia e degli investimenti. "L'India ha la capacità e l'affidabilità per rafforzare le catene di approvvigionamento globali, è un global player pieno di possibilità. L’India ha accelerato riforme in tutti i settori, ci sono ottime condizioni per le startup e gli investimenti - ha concluso - soprattutto nei campi dell'industria 4.0 e del cambiamento climatico”.  E, a giudicare dai numeri, è vero.

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