PUBBLICITÁ

il tpl dimezzato

Trasporti, capienza al 50 per cento. Il trucco di Conte (e del Mit)

Maria Carla Sicilia

Con il nuovo dpcm autobus e metro viaggiano a capacità ridotta. Ma nel decreto non ci sono misure dedicate al Tpl, solo più smart working e didattica a distanza. Guardare oltre per non ritrovarsi a dicembre con i mezzi (di nuovo) pieni 

PUBBLICITÁ

Sembrava un rebus impossibile da risolvere quello del trasporto pubblico locale, e invece autobus, tram e metropolitane dovranno viaggiare pieni a metà. Il nuovo dpcm riduce il limite massimo di riempimento dall'80 al 50 per cento, imponendo così un maggiore distanziamento tra i passeggeri. Dopo mesi di polemiche che hanno coinvolto i gestori del servizio, le regioni e il ministero dei Trasporti, ci ha pensato direttamente il presidente del Consiglio ad ammettere le criticità nel Tpl e poi, parlando alle Camere lunedì, a riferire che la capienza sarebbe stata dimezzata. Nel dpcm però non ci sono soluzioni alle criticità che Conte ha confermato anche al Foglio sabato scorso, ma solo un numero, dietro cui restano tutti i problemi emersi in questi mesi. 

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Sembrava un rebus impossibile da risolvere quello del trasporto pubblico locale, e invece autobus, tram e metropolitane dovranno viaggiare pieni a metà. Il nuovo dpcm riduce il limite massimo di riempimento dall'80 al 50 per cento, imponendo così un maggiore distanziamento tra i passeggeri. Dopo mesi di polemiche che hanno coinvolto i gestori del servizio, le regioni e il ministero dei Trasporti, ci ha pensato direttamente il presidente del Consiglio ad ammettere le criticità nel Tpl e poi, parlando alle Camere lunedì, a riferire che la capienza sarebbe stata dimezzata. Nel dpcm però non ci sono soluzioni alle criticità che Conte ha confermato anche al Foglio sabato scorso, ma solo un numero, dietro cui restano tutti i problemi emersi in questi mesi. 

PUBBLICITÁ

 

Facciamo un passo indietro. Sperimentata (a piccole dosi) la collaborazione con le imprese che si occupano di trasporto turistico e mobilitati tutti gli autobus disponibili, finora si è continuato a discutere di scaglionare gli orari di ingresso nelle scuole, lasciando intendere che per risolvere l'equazione trasporti non si può trascurare la variabile della domanda. Solo tre settimane fa i gestori del Tpl, rappresentati da Asstra, ipotizzavano che con un limite al 50 per cento sarebbero rimaste a piedi circa 275 mila persone al giorno. E invece dall'entrata in vigore del decreto l'obbligo scatta senza che nessuno batta ciglio. Cosa è cambiato?

 

PUBBLICITÁ

Contapersone e altri strumenti in grado di segnalare il livello di riempimento dei mezzi pubblici non compariranno all'improvviso a bordo degli autobus, anche se le aziende assicurano di aver avviato sperimentazioni in questo senso. Non ci saranno neppure a disposizione nuovi mezzi di trasporto, da domani, né si potranno attivare in una notte i servizi integrativi, per cui le regioni hanno ancora a disposizione 180 milioni da spendere. A fare la differenza sarà il coefficiente di riempimento medio, che nelle ultime settimane è passato dal 60 al 30 per cento circa perché diversi milioni di persone non usano più il trasporto pubblico locale. La didattica a distanza attivata da alcune regioni e lo smart working hanno ridotto il numero di passeggeri che ogni giorno si muovono in città.

 

Il trucco, insomma, nel decidere di limitare la capienza al 50 per cento, è stato quello di prendere le misure sul numero di passeggeri che in questi giorni usa il Tpl e che, come ci si aspettava, è diminuito dopo le misure del 25 ottobre scorso. Da domani, poi, con l'entrata in vigore del nuovo dpcm, la didattica a distanza sarà obbligatoria in tutta Italia per le scuole superiori, riducendo ancora di più la pressione su autobus e metro. Non è un caso che per il trasporto scolastico dedicato, che serve soprattutto le scuole che continueranno le lezioni in presenza, quelle elementari e medie, si sia scelto di non cambiare nulla: da domani si continuerà a viaggiare con i mezzi pieni all'80 per cento.

 

L'intervento del governo – “estetico”, secondo la sintesi perfetta di alcuni operatori – è così un segnale tutto politico a chi per settimane ha polemizzato sulle foto di mezzi pieni, evidenziando come fossero rimasti l'unico posto chiuso in cui derogare al distanziamento sociale, nonostante i malumori a mezza bocca del Cts. Ma è anche una bandierina nelle mani del Mit, dopo mesi di affanno a spiegare le sue ragioni. D'altra parte, concordare su regole realmente applicabili è stata la bussola che indirizzato le conclusioni di diversi incontri al ministero di Porta Pia. Ora, stabilita la tregua, non resta che guardare al prossimo futuro, come sanno i gestori del servizio, regioni e ministri (non solo dei Trasporti). Sul tavolo ci sono ancora gli interventi da programmare per accompagnare il Tpl nella lunga convivenza con il virus, ma anche i mancati ricavi dei gestori, che secondo le stime presentate al Mit superano i due miliardi, considerando gli interventi di sanificazione (circa 100 milioni) e il rimborso degli abbonamenti (50 milioni). Al netto di quanto già stanziato, comprese le risorse poi spostate sui servizi aggiuntivi, all'appello manca ancora quasi un miliardo. 

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ