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L'incontro

"Situazione drammatica. Servono risorse. E subito". Le richieste dei ristoratori a Conte

Luca Roberto

Paolo Bianchini, il presidente dei piccoli e medi ristoratori, è stato ricevuto ieri dal premier: "Contro di noi un pregiudizio ideologico. Valutiamo il ricorso al Tar"

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“Per adesso sono solo chiacchiere. Non abbiamo nessuna garanzia su tempi e cifre. Devono capire che non c'è più tempo e la situazione è grave”. Paolo Bianchini è il presidente di Movimento Imprese Ospitalità, associazione che raggruppa attività di piccole e medie dimensioni operanti nel settore della ristorazione e della ricezione alberghiera. Ieri, dopo aver indetto un sit-in di protesta in Piazza Colonna, è stato ricevuto a Palazzo Chigi dal premier Conte, che giusto qualche ora prima aveva illustrato i dettagli del nuovo dpcm in conferenza stampa. Cosa vi ha detto il presidente del Consiglio? “Nessun dettaglio in più rispetto a quanto annunciato in televisione. Ci ha parlato dei ristori per la categoria e detto che tra oggi e domani li avrebbe portati in Consiglio dei ministri. Quando avremo la cifra e le tempistiche potremo discuterne. Ma certo se si parla di 1,5 miliardi per finanziare 350 mila operatori non ci siamo. Una cifra congrua potrebbe essere tra gli 8 e i 10 miliardi, almeno”.

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“Per adesso sono solo chiacchiere. Non abbiamo nessuna garanzia su tempi e cifre. Devono capire che non c'è più tempo e la situazione è grave”. Paolo Bianchini è il presidente di Movimento Imprese Ospitalità, associazione che raggruppa attività di piccole e medie dimensioni operanti nel settore della ristorazione e della ricezione alberghiera. Ieri, dopo aver indetto un sit-in di protesta in Piazza Colonna, è stato ricevuto a Palazzo Chigi dal premier Conte, che giusto qualche ora prima aveva illustrato i dettagli del nuovo dpcm in conferenza stampa. Cosa vi ha detto il presidente del Consiglio? “Nessun dettaglio in più rispetto a quanto annunciato in televisione. Ci ha parlato dei ristori per la categoria e detto che tra oggi e domani li avrebbe portati in Consiglio dei ministri. Quando avremo la cifra e le tempistiche potremo discuterne. Ma certo se si parla di 1,5 miliardi per finanziare 350 mila operatori non ci siamo. Una cifra congrua potrebbe essere tra gli 8 e i 10 miliardi, almeno”.

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Ma al presidente del Consiglio, Bianchini ha voluto manifestare il più generale malcontento in cui versa un'intera categoria, che da quando si è tornati a ipotizzare nuove strette si è sentita un po' il capro espiatorio da additare nell'evocare il rigore. “Gli abbiamo chiesto di farci capire l'evidenza scientifica dietro alla chiusura di bar e ristoranti. Anche per una questione di sicurezza del personale. Non ci è arrivata nessuna risposta. Ed è il motivo per cui valutiamo un ricorso al Tar. Quello del governo sembra più un accanimento che uno strumento precauzionale. Tutt'al più ha avuto danni economici enormi, in quanto la comunicazione ci è giunta con un preavviso di poche ore. Molti avevano già rifornito la cambusa e adesso dovranno buttare tutto”.

 

Siete stati considerati sacrificabili perché superflui, mentre l'obiettivo di questa stagione è salvaguardare l'essenziale. “E però chi decide se la mia vita, quella dei miei dipendenti e fornitori è essenziale o no?”, spiega Bianchini con una voce che da fondo all'orgoglio. “La verità è che il contagio è ripartito in maniera vertiginosa con la riapertura delle scuole, che non sono un problema in sé ma per la mole di studenti che spostano. Ragazzi che per la maggior parte sono costretti ad ammassarsi sui mezzi pubblici. E' per questo che negli incontri che abbiamo avuto a giugno con i vari ministeri noi avevamo già posto il problema. Che hanno fatto per evitarlo?”.

 

La rabbia di queste ore è giustificabile? “Anche noi ci riuniremo oggi in Piazza Trilussa a Roma. Non si possono silenziare le proteste quando sono pacifiche. Stiamo organizzando una grande manifestazione nazionale. Noi, a differenza di qualcun altro, manifestiamo con dei contenuti. In fondo vogliamo solo essere ascoltati, che la politica non parli sono con le grandi associazioni di categoria. Anche perché le piccole imprese sono la stragrande maggioranza degli operatori”.

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In senso pratico, lo strumento del ristoro in conto corrente erogato dall'Agenzia delle Entrate può funzionare? “E' così che ci sono arrivati i finanziamenti a fondo perduto di aprile. Il tema è la disponibilità economica. Se mi dai 7500 euro e sono costretto a pagare di tasse l'acconto su quanto ho fatturato nel 2019, io non ce la faccio. Ecco perché questa deve essere l'occasione per una riforma fiscale che non ci faccia ritrovare, quando avremo il vaccino, con una tassazione al 60 per cento”. Vi sentite colpiti anche per un pregiudizio ideologico nei vostri confronti? Insomma, siete o non siete degli evasori? “Prima succedeva. C'era chi si comprava 4 case e dichiarava poco. Ma adesso è impossibile. E' tutto tracciato e se non giustifichi le spese sei tagliato fuori dal sistema bancario. Si stanno colpendo molte persone per bene. Senza risposte rapide molti di noi non sapranno come dare da mangiare ai loro figli”.

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