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"E poi ci sarà il superbonus!"

Il "Piano cashless" di Conte oltre la televendita

Come funzionano cashback, super cashback e lotteria degli scontrini, quanto costano e quali sono gli obiettivi

Luciano Capone

La strategia del governo per incentivare i pagamenti digitali e ridurre l'evasione è molto ambiziosa. Non si sa se funzionerà, di sicuro è molto costosa: 3 miliardi di euro all'anno

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"E poi ci sarà il superbonus! Attenzione… se uno spende tanto, i primi 100 mila sms avranno 1.500 euro. In più ci sono i 50 milioni della lotteria!”. Il video del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, al Festival dell’economia di Trento, spiega il “cashback” come in una televendita si è diffuso rapidamente sui social, facendo sorridere tanti e indignare altrettanti. Ma sul “Piano cashless” il governo punta molto, sia in termini di capitale politico che finanziario. Perché è in linea con la politica dei bonus, da sempre preferita per conquistare consensi, ma è anche ritenuta una riforma strutturale in linea con le raccomandazioni dell’Unione europea. L’obiettivo è accelerare una transizione che è già in atto, quella verso i pagamenti digitali, per colmare il gap con i paesi del nord Europa e allinearsi alla media europea in termini di transazioni pro capite.

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"E poi ci sarà il superbonus! Attenzione… se uno spende tanto, i primi 100 mila sms avranno 1.500 euro. In più ci sono i 50 milioni della lotteria!”. Il video del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, al Festival dell’economia di Trento, spiega il “cashback” come in una televendita si è diffuso rapidamente sui social, facendo sorridere tanti e indignare altrettanti. Ma sul “Piano cashless” il governo punta molto, sia in termini di capitale politico che finanziario. Perché è in linea con la politica dei bonus, da sempre preferita per conquistare consensi, ma è anche ritenuta una riforma strutturale in linea con le raccomandazioni dell’Unione europea. L’obiettivo è accelerare una transizione che è già in atto, quella verso i pagamenti digitali, per colmare il gap con i paesi del nord Europa e allinearsi alla media europea in termini di transazioni pro capite.

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I vantaggi di questa transizione, secondo il governo, sono: modernizzazione del paese, maggiore sicurezza delle transazioni, riduzione dei costi di gestione del contante (che secondo la Banca d’Italia sono pari a 7,4 miliardi all’anno – 122 euro pro capite), emersione del sommerso e maggiore compliance senza misure repressive. Della strategia fanno parte altre misure, come ad esempio la riduzione (di nuovo) del tetto al contante a 2.000 euro nel 2021 e a 1.000 nel 2022; la detraibilità del 19 per cento condizionata ai pagamenti elettronici; l’aumento a 8 euro della soglia di esenzione dei buoni pasto ai fini del reddito; il credito d’imposta del 30 per cento delle commissioni per le attività con fatturato fino a 400 mila euro. E infine il “cashback” e la lotteria degli scontrini. Ma come funzionano?

 

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Per ogni acquisto con strumenti digitali si avrà un cashback del 10 per cento della spesa sostenuta con un tetto di 150 euro per singola transazione (per favorire i piccoli pagamenti) e un limite semestrale complessivo di 1.500 euro, a patto che si effettuino almeno 50 transazioni. In pratica, se il consumatore avrà fatto in media un paio di acquisti digitali alla settimana (50 a semestre), ogni sei mesi avrà indietro fino a 150 euro (300 euro all’anno). Ci sono poi alcune eccezioni sugli acquisti da considerare: non varrà ai fini del cashback la domiciliazione delle bollette e neppure l’e-commerce, mentre per gli acquisti con pagamento rateizzato – ad esempio uno smartphone – varrà il pagamento complessivo e non quello di ogni singola rata. L’accredito avverrà in automatico, attraverso l’home banking se l’istituto di credito aderisce (come molti) al circuito messo in piedi dal governo, altrimenti ci si dovrà registrare sulla app istituzionale “IO” (l’interfaccia con le pubbliche amministrazioni, quella usata anche per il “bonus vacanze”) che consentirà di associare allo stesso codice fiscale più strumenti di pagamento (carte di credito, di debito, app e wallet vari). Questo passaggio sarà utile per il cosiddetto “Super cashback”: dopo l’iscrizione su “IO” tutte le transazioni dei vari mezzi di pagamento verranno associate al profilo e i primi 100 mila utenti per numero di pagamenti otterranno 1.500 euro di “super cashback”. Come si vede, anche in questo caso l’obiettivo è incentivare l’alto numero di transazioni piuttosto che premiare le spese con grossi importi. E a questo scopo il governo sta stringendo accordi con gli operatori del settore (dalle banche alle società di servizi finanziari) per azzerare le commissioni sui micropagamenti.

 

Infine c’è anche la “lotteria degli scontrini”. La riffa, già prevista dalla Legge di Bilancio 2017 e finora sempre rinviata, si ispira a sperimentazioni già effettuate in altri paesi come il Portogallo. E ha un altro obiettivo, che si integra con i pagamenti elettronici, ma molto più focalizzato sul cosiddetto “contrasto di interessi” per ridurre l’evasione fiscale: il consumatore è incentivato a chiedere lo scontrino, perché equivarrà al biglietto di un’estrazione con un montepremi monetario. Lo scontrino, come accade in farmacia per le detrazioni, verrà associato a un codice fiscale. Ma con un metodo leggermente diverso. Siccome il Garante per la privacy ha richiesto una protezione ulteriore, all’esercente non andrà consegnata la tessera sanitaria con il codice fiscale ma un Qr code che si scaricherà dal sito della lotteria. Le estrazioni avverranno con frequenze e montepremi diversi, che premiano sia il consumatore sia il venditore sempre con un rapporto di 5 a 1. Sono previsti un premio annuale da 5 milioni di euro (1 milione per l’esercente); 10 premi mensili da 100 mila euro (20 mila per l’esercente); 15 premi settimanali da 25 mila euro (5 mila per l’esercente). Tirando le somme, lo stesso singolo pagamento servirà al consumatore per ricevere il “cashback” (il 10 per cento della spesa, fino a 150 euro ogni sei mesi); contribuirà alla gara per ottenere il “super cashback” (1.500 euro se sarà tra i 100 mila con il numero più alto di pagamenti); consentirà di partecipare alla “Lotteria degli scontrini”.

 

Tutto gratis? Non esattamente. Il “Piano cashless” – che, se tutto va bene, partirà il 1° dicembre 2020 – ha un costo consistente per il bilancio dello stato: 3 miliardi di euro all’anno. Nella Nadef il governo ha previsto una spesa di 1,75 miliardi per il 2021 e di 3 miliardi per il 2022. Nel 2021 lo stanziamento è inferiore perché è composto dalle coperture per il mese di dicembre 2020 (250 milioni) e del primo semestre del 2021 (1,5 miliardi), mentre il secondo semestre 2021 verrà pagato l’anno successivo. Il piano ha risorse fino al primo semestre 2022 (dura un anno e mezzo). Dicevamo che la somma impiegata è davvero notevole: circa la metà della spesa per Quota 100 nel 2020 (5,9 miliardi) ed esattamente quanto questo stesso governo ha messo, nella scorsa legge di Bilancio, per il taglio del cuneo fiscale (3 miliardi appunto). Il gioco vale la candela? Si tratta davvero di una riforma strutturale? Ed è il modo migliore per investire una cifra così importante?

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Naturalmente dare una risposta a queste domande implica un giudizio che in parte è soggettivo. Ma sarebbe interessante capire cosa il governo si aspetti dal “Piano cashless”, cioè quali obiettivi quantitativi. Il Forum Ambrosetti, che negli anni ha accompagnato questo progetto, nel rapporto 2020 sulla “Cashless revolution” stima che il piano del governo produrrà da qui al 2025 (cioè tra 5 anni, impiegando cioè 15 miliardi) un gettito addizionale di 4,5 miliardi (pari a 1 anno e mezzo di dotazione finanziaria). Invece il Mef, che fa sempre stime prudenziali, nella Nadef come maggiori entrate non prevede nulla. In pratica per ora il governo spende solo, sperando nella buona sorte per il recupero di gettito. Un po’ come gli italiani che parteciperanno alla lotteria degli scontrini.

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