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Serve un lieto fine per la rete

Redazione

Le mosse del governo su Tim, il ruolo di Cdp. Fare presto è meglio che non fare nulla

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La mossa non è delle più usuali, ma la Borsa che non va tanto per il sottile ha apprezzato comunque. Giuseppe Conte ha chiamato Luigi Gubitosi l’altro ieri, mentre era in corso il consiglio di amministrazione della Tim. Il presidente del Consiglio ha assicurato l’amministratore delegato della compagnia che la rete unica è in cima alle preoccupazioni del governo pregandolo di rinviare di un mese la discussione sulla offerta del fondo Kkr. Ieri il titolo Tim è salito dell’1,2 per cento e Gubitosi durante la conference call con gli analisti si è dichiarato felice dell’interessamento del governo. Kkr offre 1,7 miliardi di euro per il 37,5 per cento di una nuova società chiamata FiberCop insieme a Tim che avrebbe il 51 per cento e Fastweb, nella quale far confluire la rete secondaria dell’ex monopolista, valutata in 7,5 miliardi di euro. I ministri Gualtieri e Patuanelli (Economia e Sviluppo) hanno scritto una lettera a Gubitosi per chiedere un time out che consenta di “valutare le modalità più adeguate” e Conte è sceso in campo direttamente. Che cosa ha in mente il governo?

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La mossa non è delle più usuali, ma la Borsa che non va tanto per il sottile ha apprezzato comunque. Giuseppe Conte ha chiamato Luigi Gubitosi l’altro ieri, mentre era in corso il consiglio di amministrazione della Tim. Il presidente del Consiglio ha assicurato l’amministratore delegato della compagnia che la rete unica è in cima alle preoccupazioni del governo pregandolo di rinviare di un mese la discussione sulla offerta del fondo Kkr. Ieri il titolo Tim è salito dell’1,2 per cento e Gubitosi durante la conference call con gli analisti si è dichiarato felice dell’interessamento del governo. Kkr offre 1,7 miliardi di euro per il 37,5 per cento di una nuova società chiamata FiberCop insieme a Tim che avrebbe il 51 per cento e Fastweb, nella quale far confluire la rete secondaria dell’ex monopolista, valutata in 7,5 miliardi di euro. I ministri Gualtieri e Patuanelli (Economia e Sviluppo) hanno scritto una lettera a Gubitosi per chiedere un time out che consenta di “valutare le modalità più adeguate” e Conte è sceso in campo direttamente. Che cosa ha in mente il governo?

 

In primo luogo di vedere come (e con quali costi) Cdp può entrare nella partita. Si è parlato di portare dentro l’intera Open Fiber e rimescolare le carte della Cdp che possiede il 50 per cento di Open Fiber e il 9,89 di Tim (è il secondo azionista dopo Vivendi che ha il 23,9 per cento e il fondo Elliott con il 6,98). C’è poi da valutare il ruolo degli altri operatori, soprattutto Vodafone e WindTre. La soluzione ottimale sarebbe che partecipassero anch’essi alla nuova società, in modo da garantire un accesso alla rete equo e aperto, evitando la nascita di un nuovo monopolio a controllo statale. In questo caso Tim dovrebbe scendere sotto il 51, uno scoglio non da poco. Il cda, comunque, ha dato il via libera alla rete unica e, giunti a questo punto, prevale la voglia di mettere la parola fine a un tormentone che si trascina da anni per cominciare una nuova storia i cui primi capitoli dovranno essere efficienza, concorrenza, risparmio e il lieto fine consiste nel colmare la frattura digitale interna e con gli altri paesi europei. Un mese non è molto, ma diventa un’attesa infinita se sommato a tutti i mesi già sprecati in chiacchiere dilatorie.

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