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Editoriali

Basta slogan. Anche per le autostrade il rimedio è la concorrenza

Redazione

Bene il riesame delle convenzioni con i concessionari. Ma Benetton o no, per la regolazione è indifferente che l’azionista sia pubblico o privato 

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“Grazie al @Mov5stelle: Gli italiani si riprendono le #autostrade; I Benetton escono di scena e non prenderanno nemmeno un centesimo dallo stato; Moderazione del sistema tariffario; Maggiori investimenti per manutenzione e sicurezza della rete; Sono tutelati i lavoratori”. E’ un tweet del gruppo grillino della Camera. A parte i punti 4 e 5, auspicabili ma tutti da dimostrare, a mettere i puntini sulle “i” dei primi tre provvede sul Sole 24 Ore Andrea Camanzi, presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art), istituita dal governo Monti e designato allora da un accordo tra Pd e centrodestra, che ha presentato oggi la consueta Relazione Annuale. Nel 2018 Camanzi è stato per inciso anche a capo dell’Independent Regulators’ Group-Rail (Irg-Rail), il network degli organismi di regolazione dei trasporti ferroviari di 31 Paesi europei. Il suo mandato all’Art scade a settembre. 

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“Grazie al @Mov5stelle: Gli italiani si riprendono le #autostrade; I Benetton escono di scena e non prenderanno nemmeno un centesimo dallo stato; Moderazione del sistema tariffario; Maggiori investimenti per manutenzione e sicurezza della rete; Sono tutelati i lavoratori”. E’ un tweet del gruppo grillino della Camera. A parte i punti 4 e 5, auspicabili ma tutti da dimostrare, a mettere i puntini sulle “i” dei primi tre provvede sul Sole 24 Ore Andrea Camanzi, presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art), istituita dal governo Monti e designato allora da un accordo tra Pd e centrodestra, che ha presentato oggi la consueta Relazione Annuale. Nel 2018 Camanzi è stato per inciso anche a capo dell’Independent Regulators’ Group-Rail (Irg-Rail), il network degli organismi di regolazione dei trasporti ferroviari di 31 Paesi europei. Il suo mandato all’Art scade a settembre. 

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“Per il sistema regolatorio” dice “è indifferente che l’azionista sia pubblico o privato”. Camanzi cita a modello Rfi, la rete ferroviaria pubblica delle Fs, che tutela la concorrenza tra Trenitalia, Italo e altri player italiani e stranieri, privati o dello stato. “Gli ottimi risultati in termini di miglioramento dei conti, aumento delle tratte vendute, saturazione in parti della rete hanno fatto dell’Alta velocità un modello internazionale, e dimostrano che sarebbe un errore fatale ripetere gli errori del passato, cioè non garantire il mercato. Semmai di concorrenza bisogna averne di più, assieme alla trasparenza, anche dove il pubblico mantiene da sempre la gestione come nel trasporto pubblico locale”. Quanto alle “autostrade degli italiani”, ai Benetton e alle tariffe, il discorso è altrettanto chiaro: “Le tariffe vanno commisurate agli investimenti realizzati e ai costi sostenuti e non promessi. Questo rende il modello per così dire bancabile”, cioè plausibile per gli investitori. “Ma gli investimenti devono essere pertinenti e la gestione efficiente”. Secondo Camanzi va bene l’atto di indirizzo della ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli “che prevede un riesame complessivo delle convenzioni che regolano i rapporti di concessioni”. In altri termini: che gli italiani si riprendano le autostrade, che i Benetton abbiano o non abbiano indietro centesimi dallo stato, che questo garantisca moderazione delle tariffe sono slogan. Il rimedio è la concorrenza, non il monopolio del popolo.

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