PUBBLICITÁ

Ripresa senza retorica

Sergio Silvestrini

Il segretario generale di Cna spiega perché non c’è Recovery dell’Italia senza una gran rivoluzione del fisco

PUBBLICITÁ

Una profonda opera di semplificazione non può essere circoscritta alle procedure amministrative e agli appalti, ma dovrebbe toccare ogni aspetto del funzionamento dell’apparato pubblico. E’ la lettura che emerge dall’analisi dell’impalcatura della risposta italiana alla crisi provocata dalla pandemia. La somma dei decreti Cura Italia, Liquidità e Rilancio conta 437 articoli, 178 decreti attuativi e ben 338 capitoli di spesa. L’elevato numero di misure riflette la rigidità dell’articolazione della spesa e la consolidata tradizione del legislatore di concentrare energie e attenzioni sui singoli interventi a danno di una visione organica e di medio-lungo periodo. Si moltiplicano gli strumenti perdendone talvolta le tracce.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Una profonda opera di semplificazione non può essere circoscritta alle procedure amministrative e agli appalti, ma dovrebbe toccare ogni aspetto del funzionamento dell’apparato pubblico. E’ la lettura che emerge dall’analisi dell’impalcatura della risposta italiana alla crisi provocata dalla pandemia. La somma dei decreti Cura Italia, Liquidità e Rilancio conta 437 articoli, 178 decreti attuativi e ben 338 capitoli di spesa. L’elevato numero di misure riflette la rigidità dell’articolazione della spesa e la consolidata tradizione del legislatore di concentrare energie e attenzioni sui singoli interventi a danno di una visione organica e di medio-lungo periodo. Si moltiplicano gli strumenti perdendone talvolta le tracce.

PUBBLICITÁ

 

Altro effetto è la progressiva disarticolazione del sistema fiscale. Oltre alle maggiori uscite la manovra prevede una ventina di nuove spese fiscali portando così il totale prossimo a quota mille rendendo il nostro sistema molto simile a un puzzle ad elevatissima complessità. Una riforma del fisco ispirata a criteri di equità e omogeneità e un alleggerimento della tassazione non sono più rinviabili.

 

PUBBLICITÁ

Tra le quasi 340 misure di spesa è indicativo che 155 riguardano stanziamenti inferiori a 100 milioni di euro e di questi 82 non arrivano a 10 milioni. Ad esempio è fondamentale per un paese come il nostro investire nella valorizzazione del patrimonio artistico e culturale ma lo stanziamento di 2 milioni per la Cappella della Basilica degli Scrovegni a Padova e quello di un milione per la tutela del patrimonio immateriale Unesco rischiano di apparire interventi sganciati da una logica di sistema per un settore assai rilevante per l’economia italiana. Rimanendo, nell’ambito delle misure per la cultura il Decreto rilancio prevede 5 articoli e 31 commi tra nuovi fondi, rifinanziamento di strumenti già esistenti e sostegni vari. La dispersione caratterizza anche il turismo. Accanto al bonus vacanze si trovano 50 milioni per il fondo turismo, 20 milioni per la promozione e altri 5 milioni per interventi generici a sostegno del turismo.

 

Anche sul fronte dell’innovazione l’intervento risulta piuttosto variegato. Per sostenere le start-up innovative il provvedimento stanzia oltre 300 milioni che si articolano su varie misure tra le quali il finanziamento per le società che sviluppano videogiochi. C’è l’ennesimo nuovo fondo per il polo della ricerca sull’automotive (20 milioni) e appena 100 milioni per gli incentivi alla rottamazione, praticamente già esauriti, contro gli 8 miliardi della Francia. C’è l’esordio di un fondo da 10 milioni per l’educazione.

 

Da una analisi realizzata dalla Cna l’Italia si distingue nel raffronto con i principali paesi europei e gli Stati Uniti per la polverizzazione dell’intervento pubblico e per una diversa articolazione tra stimoli fiscali, differimento pagamenti e sistema delle garanzie pubbliche, privilegiando le ultime due.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

L’insieme delle misure di stimolo fiscale adottate dall’Italia equivale al 3,4% del pil (2019), in larga parte concentrate sulla tutela dei lavoratori mentre gli interventi a sostegno delle imprese e dell’economia ammontano a poco più di 19 miliardi. Alleviare la sofferenza di milioni di famiglie resta la priorità ma l’insieme degli strumenti per le integrazioni salariali e le indennità una tantum risulta piuttosto diversificato in termini di importo, durata e condizioni di accesso. Sarà fondamentale potenziare le capacità di monitoraggio nei prossimi mesi sulle prestazioni Cig Covid-19 per scongiurare una maggiore selettività delle stesse nel caso tardasse a manifestarsi la ripresa.

 

PUBBLICITÁ

L’entità della manovra italiana in rapporto al pil è superiore a Belgio, Grecia e Portogallo e allineata a Spagna e Olanda. La Francia il 4,4% e Gran Bretagna 4,8%. Inarrivabile la Germania che ha mobilitato risorse pari al 13% del pil e articolate su 26 capitoli di spesa per un totale di 456 miliardi. Ancora più concentrata la risposta degli Stati Uniti con stimoli fiscali che sfiorano i 2 mila miliardi di dollari, pari a oltre il 9% del pil. Quasi 1.500 miliardi riguardano assegni per i redditi fino a 75 mila dollari, finanziamenti alle piccole imprese e allungamento del periodo dei sussidi di disoccupazione. Deve far riflettere la circostanza che paesi caratterizzati da grandi imprese come Usa, Gran Bretagna e Germania abbiano privilegiato le misure di sostegno a favore delle micro e piccole imprese. In particolare il governo tedesco ha stanziato 50 miliardi di euro a favore delle imprese fino a 10 dipendenti ai quali vanno sommati circa 30 miliardi assicurati da 16 Lander.

 

Altra componente rilevante delle manovre anti Covid-19 è il differimento di imposte, contributi e altri oneri come bollette. Si tratta di uno strumento utilizzato in modo piuttosto variegato. L’Italia si caratterizza per un massiccio ricorso alla proroga che rappresenta, come indicato anche da numerosi centri di ricerca, uno strumento efficace per salvaguardare la liquidità delle imprese. Il totale è pari a circa il 13% del pil contro il 7,3% della Germania, il 7,9% dell’Olanda e l’8,4% della Francia.

 

Sergio Silvestrini è segretario generale della Cna

PUBBLICITÁ