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Il rischio Grecia esiste se si rifiuta il Mes

Redazione

I nuovi rendimenti dei titoli dei Btp dimostrano cosa rischia l’Italia a isolarsi

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Se qualcuno crede ancora alla propaganda tricolore di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, o anche al “facciamo da soli” minacciato da Giuseppe Conte dopo l’insoddisfacente vertice europeo del 26 marzo, e mentre oggi se ne tiene un altro si spera più produttivo, dia un’occhiata al collocamento di Btp a 5 e 10 anni effettuato martedì dal Tesoro con lo specifico obiettivo di rispondere alla crisi da coronavirus. A fronte di 16 miliardi in offerta la richiesta è stata monstre, 110 miliardi. Ma a che prezzo: rendimento del 3,129 per cento per i 5 miliardi del trentennale; dell’1,928 per i 10 del quinquennale. Il tutto nonostante il paracadute della Bce che però non riesce a impedire uno spread che ieri ha sfiorato i 270 punti. A dicembre 2019 i Btp a 5 anni erano stati collocati allo 0,53 per cento; a ottobre i trentennali al 2,06. Questo significa che nei prossimi cinque anni il paese spenderà oltre tre volte e mezzo di interessi a medio termine e una volta e mezzo a lunghissimo termine: in totale 2,3 miliardi lordi; mentre in quasi tutto il mondo, a partire dall’Europa, il denaro è offerto a costo zero o quasi. Con questo andamento l’Italia rischia di essere strangolata non solo dal suo altissimo indebitamento (che aumenterà a sua volta del 20-30 per cento), ma dagli interessi. E senza Troika, anzi con la Bce disposta a spendere tutto il possibile e senza i vincoli del rating.

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Se qualcuno crede ancora alla propaganda tricolore di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, o anche al “facciamo da soli” minacciato da Giuseppe Conte dopo l’insoddisfacente vertice europeo del 26 marzo, e mentre oggi se ne tiene un altro si spera più produttivo, dia un’occhiata al collocamento di Btp a 5 e 10 anni effettuato martedì dal Tesoro con lo specifico obiettivo di rispondere alla crisi da coronavirus. A fronte di 16 miliardi in offerta la richiesta è stata monstre, 110 miliardi. Ma a che prezzo: rendimento del 3,129 per cento per i 5 miliardi del trentennale; dell’1,928 per i 10 del quinquennale. Il tutto nonostante il paracadute della Bce che però non riesce a impedire uno spread che ieri ha sfiorato i 270 punti. A dicembre 2019 i Btp a 5 anni erano stati collocati allo 0,53 per cento; a ottobre i trentennali al 2,06. Questo significa che nei prossimi cinque anni il paese spenderà oltre tre volte e mezzo di interessi a medio termine e una volta e mezzo a lunghissimo termine: in totale 2,3 miliardi lordi; mentre in quasi tutto il mondo, a partire dall’Europa, il denaro è offerto a costo zero o quasi. Con questo andamento l’Italia rischia di essere strangolata non solo dal suo altissimo indebitamento (che aumenterà a sua volta del 20-30 per cento), ma dagli interessi. E senza Troika, anzi con la Bce disposta a spendere tutto il possibile e senza i vincoli del rating.

 

Ecco perché è vitale accedere intanto ai 37 miliardi del Mes senza condizioni, che non sono prestiti. E ovviamente ancora più aderire al Recovery fund o comunque lo si chiami, che potrebbe essere avallato oggi dal Consiglio europeo. Che sia di soli interessi o a restituzione di capitale, costerebbe una frazione di quanto sperimentato dall’Italia martedì. L’alternativa nazionale, che tanto piace agli apprendisti stregoni leghisti che puntano all’Italexit nonché alla Meloni che in mascherina tricolore tuona contro gli sciacalli olandesi, porta l’Italia esattamente a dove era la Grecia fino a pochi mesi fa: cioè a un default, e neppure controllato. E senza che né la Troika né l’Europa debbano alzare un dito. Dove si annidino i veri rapaci e i parassiti succhiasangue dovrebbe essere evidente: sono solo nei comizi e nella propaganda sovranista.

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