PUBBLICITÁ

Assalto all’emergenza

Buona la manovra. Ma le risorse non vadano a ciò che è estraneo all’epidemia

PUBBLICITÁ

Finalmente il governo ha varato il decreto “Cura Italia” utilizzando tutti i 25 miliardi di extradeficit, all’inizio destinati a essere ripartiti tra misure per l’emergenza e successive per far ripartire l’economia. La seconda fase è rinviata ad aprile, quando Giuseppe Conte preannuncia una “manovra poderosa” con l’attivazione di 350 miliardi destinati a “ingenti investimenti” finanziati, cofinanziati o garantiti dallo stato. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri dice che si conta sugli aiuti europei.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Finalmente il governo ha varato il decreto “Cura Italia” utilizzando tutti i 25 miliardi di extradeficit, all’inizio destinati a essere ripartiti tra misure per l’emergenza e successive per far ripartire l’economia. La seconda fase è rinviata ad aprile, quando Giuseppe Conte preannuncia una “manovra poderosa” con l’attivazione di 350 miliardi destinati a “ingenti investimenti” finanziati, cofinanziati o garantiti dallo stato. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri dice che si conta sugli aiuti europei.

PUBBLICITÁ

 

In attesa del bazooka della Ue, vediamo il senso di questi primi 25 miliardi italiani. Un esborso consistente come una manovra, che però non deve andare disperso (come nelle manovre) in rivoli che poco hanno a che fare con l’epidemia. Alla sanità vanno 3,5 miliardi; in 10 miliardi è quantificato il sostegno all’occupazione, specie per la cassa integrazione ai dipendenti, e alle famiglie. Si tratta di sospensione dei contributi previdenziali, equiparazione alla malattia delle quarantene, di soldi per congedi parentali e sostegno dei figli a casa (0,5 e 1,6 miliardi), di divieto di licenziamento dal 23 febbraio. E ancora dilazione di mutui, scadenze fiscali, affitti commerciali per chi autocertifica di aver subito danni. Mentre poco c’è per partite Iva, professionisti, lavoro autonomo e a termine: un bonus a marzo di 600 euro, 3 miliardi a copertura “del periodo di inattività”.

 

PUBBLICITÁ

Tirate le somme, sia pure parziali, e in attesa dei testi completi, manca la destinazione di un’altra decina di miliardi. Conoscendo i precedenti c’è da temere che si usi il “Cura Italia” per curare aziende e settori che con l’epidemia non c’entrano: per esempio il decreto include il rinnovo dei sussidi all’Alitalia. E’ vero che trasporti e turismo sono tra i più colpiti: ma i problemi di Alitalia, ormai destinata a essere malata cronica, sono altri. Egualmente il decreto allunga i termini di indennizzo per le crisi bancarie. E circola l’ipotesi di rimborsare la Rai per i minori introiti pubblicitari. Le misure dell’azione pur lodevole del governo, proprio perché le risorse non saranno mai sufficienti, devono andare per le cose necessarie. Nelle manovre c’è sempre l’assalto alla diligenza, stavolta bisogna evitare l’assalto all’emergenza.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ