PUBBLICITÁ

Afo2 aperto e Riva scagionato. L’Ilva resiste all’assedio giudiziario

Annarita Digiorgio

Il giudice accoglie l'istanza presentata dai commissari: l'altoforno continuerà a operare. Fonti del Mef: “La decisione facilita le trattative per arrivare a un'intesa e rilanciare lo stabilimento”

PUBBLICITÁ

Taranto. Il tribunale del Riesame non condivide le valutazioni del giudice monocratico e quindi oggi, nell’ultimo giorno utile prima della data fissata per l’avvio delle operazioni di spegnimento dell’Altoforno 2, accogliendo l’istanza presentata dai commissari di  Ilva in amministrazione straordinaria, ne ha prorogato la facoltà d’uso. Fonti del ministero dell’Economia festeggiano al decisione: “L’accoglimento del ricorso dei commissari dell’Ilva, che chiedevano di non spegnere l’Altoforno 2 di Taranto, facilita le trattative per arrivare a un’intesa vincolante per il rilancio e per il conseguente mantenimento dei livelli occupazionali del polo siderurgico”.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Taranto. Il tribunale del Riesame non condivide le valutazioni del giudice monocratico e quindi oggi, nell’ultimo giorno utile prima della data fissata per l’avvio delle operazioni di spegnimento dell’Altoforno 2, accogliendo l’istanza presentata dai commissari di  Ilva in amministrazione straordinaria, ne ha prorogato la facoltà d’uso. Fonti del ministero dell’Economia festeggiano al decisione: “L’accoglimento del ricorso dei commissari dell’Ilva, che chiedevano di non spegnere l’Altoforno 2 di Taranto, facilita le trattative per arrivare a un’intesa vincolante per il rilancio e per il conseguente mantenimento dei livelli occupazionali del polo siderurgico”.

PUBBLICITÁ

 

Il funzionamento di Afo2, ancora sotto sequestro, era legato all’attuazione di sette prescrizioni, necessarie per la messa in sicurezza e indispensabili per ottenere il via libera a proseguire l’attività. Sicurezza che, come aveva scritto il giudice Maccagnano rigettando l’istanza, “è un prius e non un posterius”.

A distanza di quattro anni dall’incidente che è costato la vita ad Alessandro Morricella (e di cui non si conoscono ancora le ragioni essendo il processo appena iniziato), i commissari non le hanno ancora completate. Per questa ragione hanno chiesto una proroga che il collegio del riesame ha concesso. Avranno ora altri 14 mesi per operare sull’impianto, con un cronoprogramma scadenzato da rispettare.

PUBBLICITÁ

 

La decisione del tribunale – che arriva nello stesso giorno in cui il giudice per l’udienza preliminare di Milano, Lidia Castellucci, ha depositato le motivazioni con cui lo scorso 5 luglio ha assolto dall’accusa di bancarotta uno dei componenti della famiglia ex proprietaria dell’impianto siderurgico, Fabio Riva, per la “totale carenza del compendio accusatorio” (secondo il giudice la crisi dell’ex Ilva sarebbe derivata da semplici investimenti e operazioni poi non andate a buon fine e, con Riva, non ci fu un depauperamento dello stabilimento ma un progetto di rilancio) – è legata all’analisi del rischio, secondo cui a oggi la possibilità che si verifichi un incidente sull’impianto è di 6 eventi in 1000 anni.

 

E quindi nel prossimo anno, ovvero nel tempo necessario per automatizzare l’altoforno (eliminando dunque la necessità della presenza fisica di un operaio), il rischio è di 0,006 (da ridurre ulteriormente in considerazione della posizione in cui si trova l’operatore). Il giudice pone sulla bilancia questo rischio “con il danno derivante invece con certezza dall’anticipazione del fine vita dell’altoforno (a gennaio 2020 anziché a fine 2023) cui sommare gli ulteriori danni della perdita di quote di mercato e delle ampie ricadute occupazionali”.

“Tale bilanciamento – scrivono i giudici – può risolversi in termini favorevoli all’accoglimento dell’istanza di proroga della facoltà d’uso dell’altoforno numero 2”.

PUBBLICITÁ

“Ciò – aggiungono – non implica la subordinazione dell’integrità dei lavoratori all’interesse aziendale, ma anzi riconosce alla vita umana un valore superiore di cento volte rispetto alla produzione annuale di Ilva”. “Diversamente la chiusura di Afo2 – secondo il Riesame – avrebbe sortito l’effetto paradossale di dichiarare lo spegnimento di quello dei tre altoforni attivi che ha subìto il più intenso processo di messa in sicurezza, e di vanificare, proprio a ridosso del raggiungimento del risultato, l’impegno fin qui profuso”. A oggi infatti simili prescrizioni risultano un primato, non essendo istallate su nessun altoforno d’Europa. Per attuarle, nei quattordici mesi a disposizione, Ilva in amministrazione straordinaria dovrà pagare alla Paul Wurth, ditta selezionata per le operazioni, undici milioni e settecento mila euro. Il venticinque per cento di questa somma, ovvero tre milioni e mezzo, sono già stati versati lo scorso venti novembre.

PUBBLICITÁ

Sarebbe interessante sapere da dove verranno attinte queste somme, ma come tutti i bilanci delle amministrazioni straordinarie, e come tutte le spese di questi anni a gestione commissariale, sono coperti da omissis.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ