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di cosa parlare stasera a cena

I sondaggi premiano Letta e Meloni. Questione di credibilità

Giuseppe de Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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Parlate un po’ di sondaggi in queste cene del fine settimana, perché c’è qualcosa di interessante nelle scelte potenziali degli elettori. Non perché ci si debba appassionare alla impossibile convergenza governativa di Pd e FdI, leggenda creata non dai giornalisti ma da lettori confusi, ma perché si può riconoscere in queste tendenze rilevate dai sondaggi l’emersione della preferenza per la stabilità della proposta politica, tema che potrebbe caratterizzare i prossimi mesi e restare al centro dell’attenzione anche al momento delle prossime elezioni.

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Parlate un po’ di sondaggi in queste cene del fine settimana, perché c’è qualcosa di interessante nelle scelte potenziali degli elettori. Non perché ci si debba appassionare alla impossibile convergenza governativa di Pd e FdI, leggenda creata non dai giornalisti ma da lettori confusi, ma perché si può riconoscere in queste tendenze rilevate dai sondaggi l’emersione della preferenza per la stabilità della proposta politica, tema che potrebbe caratterizzare i prossimi mesi e restare al centro dell’attenzione anche al momento delle prossime elezioni.

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Enrico Letta è riuscito a rendere finalmente comprensibile cosa vuole il Pd. Lo ha piantato nel campo atlantico ed europeista, senza mai mollare di un millimetro. E lo ha impegnato sull’attuazione convinta del Pnrr. Potrebbe sembrare poco e potrebbero sembrare temi che non scaldano i cuori. Ma, forse, più dei temi conta il segnale che si manda agli elettori con la credibilità di chi si prefigge obiettivi e fissa il sistema di valori e il quadro politico in cui raggiungerli. Del Pd si dice, ironicamente, che è sempre e comunque al governo, anche quando perde. Ma questa, in una fase di smarrimento ideologico e programmatico, diventa una qualità e comunque Letta è riuscito a mettere contenuti nel puro e semplice governismo del suo partito. E nei prossimi mesi andrà avanti così.

 

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La possibilità di usare lo strumento delle primarie, assieme a M5s e LeU, per la scelta del candidato alla presidenza della Sicilia, è un modo per mettere alla prova di una competizione politica aperta e trasparente, la difficile collaborazione con il partito di Giuseppe Conte, ma è anche una specie di rasoio di Occam con cui eliminare le posizioni opportunistiche o propagandistiche. Lo stesso farà Giorgia Meloni. Anche dalle sue parti ci si avvantaggia nelle intenzioni di voto grazie a un messaggio stabile e credibile, è all’opposizione di questo governo ma non si vuole caratterizzare come forza di opposizione di sistema, anzi, cerca, fuori dai riti di osservanza della stessa alleanza di centrodestra, di dare una prospettiva di governabilità.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

La Frankfurter Allgemeine Zeitung dice a Olaf Scholz di non fare il gioco delle tre carte con i carri armati da inviare all’Ucraina.

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Fatto #2

La violenza russa contro i bambini ucraini.

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Fatto #3

Antony Blinken e gli argomenti per affermare che la Cina ha tutti gli strumenti per essere un rivale mondiale delle democrazie libere.

 

Oggi in pillole

  • Aumentano le ore di sciopero.
  • Che vuol fare Francesco Gaetano Caltagirone liberato dalla presenza nel Cda delle Generali? Si pensa subito alla partita per Mediobanca.
  • Anche in Uk mettono la tassa sui cosiddetti extraprofitti delle imprese energetiche.
  • In Australia sono riusciti a controllare per legge la diffusione delle armi.
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