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di cosa parlare stasera a cena

Il vaccino di AstraZeneca e la squadra di Biden

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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Ma il governo come va? Al netto della pandemia, e vabbè direte così è facile, resta un po’ poco. Perché anche la politica economica, in cui non si può negare un alto tasso di attivismo e di realizzazioni, è fondamentalmente pandemica e guidata dagli sviluppi della lotta al contagio e alle sue conseguenze sociali e produttive. E anche l’iniziativa europea, compreso il contributo italiano, gira attorno al Covid. Cosa resta? Be’, una maggioranza ben piazzata e ambiziosa dovrebbe mostrarsi intenta a lavorare anche all’agenda delle riforme, a partire da quelle di tipo costituzionale (adeguamento al taglio dei parlamentari, modifiche del meccanismo per il voto di fiducia al governo, riduzione degli ambiti del bicameralismo perfetto) o realizzabili con leggi ordinarie (legge elettorale) o con cambiamenti dei regolamenti parlamentari (iter legislativi, formazione delle commissioni e altre questioni derivanti dalla nuova composizione di camera e senato). Sotto alla intensa comunicazione pandemica l’impressione è che non ci sia niente. Nella maggioranza cominciano a farlo notare, oggi Matteo Renzi nei giorni scorso varie voci dal Pd, e bisogna che arrivino risposte, anche perché l’allargamento (non della compagine ma degli interessi politici coinvolti) ha senso se esiste anche un’agenda delle riforme, e per la maggioranza sarebbe suicida caratterizzarsi solo per il mandato di guidare il paese fuori dalla pandemia, perché questo semmai sarebbe il compito di un governo tecnico, ma l’attuale, che piaccia o no, è un governo politico e come tale deve affrontare i nodi delle riforme. Anche perché, come si diceva, unendo anche questioni che, guarda caso, stanno a cuore proprio a Forza Italia, come il ritorno al proporzionale, il sostegno indiretto e mediato della parte berlusconiana del centro-destra avrebbe una sostanza maggiore e un senso politico più fondato. In ogni caso stasera Giuseppe Conte è da Lilli Gruber e a cena avrete, calde calde, si spera anche considerazioni del presidente del consiglio su temi politici e sul futuro dell’agenda riformista e non solo sulla situazione della pandemia (anche perché se fosse tutto sulla pandemia sembrerebbe non un’intervista ma una conferenza stampa sull’ultimo dpcm).

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Ma il governo come va? Al netto della pandemia, e vabbè direte così è facile, resta un po’ poco. Perché anche la politica economica, in cui non si può negare un alto tasso di attivismo e di realizzazioni, è fondamentalmente pandemica e guidata dagli sviluppi della lotta al contagio e alle sue conseguenze sociali e produttive. E anche l’iniziativa europea, compreso il contributo italiano, gira attorno al Covid. Cosa resta? Be’, una maggioranza ben piazzata e ambiziosa dovrebbe mostrarsi intenta a lavorare anche all’agenda delle riforme, a partire da quelle di tipo costituzionale (adeguamento al taglio dei parlamentari, modifiche del meccanismo per il voto di fiducia al governo, riduzione degli ambiti del bicameralismo perfetto) o realizzabili con leggi ordinarie (legge elettorale) o con cambiamenti dei regolamenti parlamentari (iter legislativi, formazione delle commissioni e altre questioni derivanti dalla nuova composizione di camera e senato). Sotto alla intensa comunicazione pandemica l’impressione è che non ci sia niente. Nella maggioranza cominciano a farlo notare, oggi Matteo Renzi nei giorni scorso varie voci dal Pd, e bisogna che arrivino risposte, anche perché l’allargamento (non della compagine ma degli interessi politici coinvolti) ha senso se esiste anche un’agenda delle riforme, e per la maggioranza sarebbe suicida caratterizzarsi solo per il mandato di guidare il paese fuori dalla pandemia, perché questo semmai sarebbe il compito di un governo tecnico, ma l’attuale, che piaccia o no, è un governo politico e come tale deve affrontare i nodi delle riforme. Anche perché, come si diceva, unendo anche questioni che, guarda caso, stanno a cuore proprio a Forza Italia, come il ritorno al proporzionale, il sostegno indiretto e mediato della parte berlusconiana del centro-destra avrebbe una sostanza maggiore e un senso politico più fondato. In ogni caso stasera Giuseppe Conte è da Lilli Gruber e a cena avrete, calde calde, si spera anche considerazioni del presidente del consiglio su temi politici e sul futuro dell’agenda riformista e non solo sulla situazione della pandemia (anche perché se fosse tutto sulla pandemia sembrerebbe non un’intervista ma una conferenza stampa sull’ultimo dpcm).

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Fatto #1

 

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Un altro vaccino che funziona e di cui avevamo seguito i primi passi da Pomezia, la cittadina vicino a Roma dove per un’antica tradizione (era l’area più vicina alla capitale con i benefici della Cassa del mezzogiorno) si sono installate molte aziende farmaceutiche, tra cui a suo tempo anche grandi multinazionali, e da quel distretto poi sono nate molte iniziative locali come quella coinvolta nell’elaborazione del vaccino. Il vaccino finalizzato da AstraZeneca ha un’alta percentuale di efficacia e soprattutto si presta a una distribuzione semplice, senza esigenze speciali di temperatura (basta stare sotto agli 8 gradi) e con una somministrazione meno complessa. E’ un vaccino diverso dai primi due presentati al mondo, entrambi basati sulla nuova tecnica che agisce sull’Rna. Quello di AstraZeneca invece usa una tecnica già usata in passato, ad esempio, per Ebola, Ah, poi ci sono anche le terapie, negli Usa parte la produzione massiccia di Regeneron, sì, è l’anticorpo monoclonale che è stato usato per curare Donald Trump (ma tenete sempre a mente che quello in arrivo in Europa e prodotto dallo staff del professor Rino Rappuoli).

 

Fatto #2

 

Parlate, anche per darvi un tono, della scelta fatta da Joe Biden come nuovo segretario di stato. Toccherà a Antony Blinken, forte di un ottimo rapporto col presidente eletto e perciò in grado di far contare i suoi programmi in politica estera come se fossero quelli della Casa Bianca. Per noi europei è figura di speciale interesse, perché dalla politica estera attendiamo i maggiori cambiamenti rispetto ai tentativi trumpiani di scardinare il rapporto atlantico e indebolire l’Ue. Da tenere d’occhio anche la squadra femminile dell’amministrazione Biden.

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Fatto #3

 

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Cosa faremo a Natale? Il Foglio dà la summa delle decisioni.

 

Oggi in pillole

 

La stagione sciistica non preoccupa solo noi italiani e il problema non è considerato frivolo né questione da superficiali (perché come qui si è detto più volte e coerentemente con lo spirito della conversazione a cena un argomento può essere guardato sotto più angolazioni e il nostro cervello e la nostra sensibilità sono in grado di gestire più approcci a uno stesso tema, quindi ci si può preoccupare della salute pubblica e anche delle piste da sci).

  

Nel lockdown inglese si potrà ordinare l’ultimo drink o piatto alle 22 invece di doversene proprio andare alle 22, poi dite che non fanno aggiustamenti di fino. E si tornicchia allo stadio.

 

Qui l’abbiamo detto più volte, ma fa sempre bene ripetere: Brexit è impossibile (ma non potendolo dire, si rinvia)

 

Sardegna (o continente) sempre più isolati. La sfida sulle concessioni porta a ritorsioni da parte di Tirrenia e al taglio di molte frequenze verso l’Isola. Un lockdown aggiuntivo di cui non si sentiva il bisogno

 

Giorno dedicato alla meravigliosa e feconda successione di Fibonacci (1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34 e così via)

 

Come sta lo strepitoso Zlatan Ibrahimovic.

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