Di cosa parlare stasera a cena

Cronaca di una crisi di governo

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

E vabbè ma si parla solo di lui, quello che qui era prof. avv. e ora diventa Giuseppe Conte. Una nemesi meravigliosa per far fuori Matteo Salvini. Il trucissimo caricato dai sondaggi infilzato da un semi sconosciuto avvocato foggiano, che però ha imparato a ragionare costituzionalmente e a considerare il Parlamento e la politica. E ha imparato queste cose anche a dispetto dell'ideologia fondativa del movimento grazie al quale ha vinto la lotteria di Palazzo Chigi. Fantastico Giuliano Ferrara ormai twittatore da Champions League, divertito oltre il normale dalla possibilità che Conte metta Salvini fuori gioco.

 

Le facce 

 

Puntute le elencazione di momenti difficili del governo nel rapporto con Salvini, in modo speciale quando cita la "vicenda russa" e contesta a Salvini di non aver risposto a sufficienza e soprattutto di non aver risposto in aula. La replica sarà vicina all'ora di cena. La cosa buffa è che Salvini, ritirando la mozione di sfiducia, vuole far passare l'idea di un governo caduto per volontà esclusiva di Conte.

 

La sintesi dell'opposizione.

 

Salvini fa il cafonazzo as usual. Modestissimo il suo intervento in aula, tra sovranismo anti europeo, allarmismo sui migranti, offese gratuite al Pd. E osservazioni semi logiche, parasensate. E tanto vittimismo, come sempre. Nel finale prova a buttar lì un'idea di sopravvivenza senza elezioni immediate, proponendo un voto veloce per taglio parlamentari.

 

Renzi parte condannando il populismo e ricordando i fallimenti del governo oggi dimessosi. E dando a Conte atto di un discorso corretto oggi ma tardivo nella presa di coscienza degli errori e delle storture del governo uscente. E ottiene applausi chiedendo di far sbarcare le persone bloccate sulla Open Arms. Lo chiede a Conte, ovviamente. Ricorda che Salvini ha governato col 17 per cento e gli chiede di far chiarezza sulla vicenda russa. Ovviamente Renzi, pur senza correre, fa capire anche cosa succederà ora.

 

Ancora più forte da parte di Nicola Zingaretti la constatazione della necessità di un riconoscimento pubblico dei limiti del governo uscente. Che stride con la orgogliosa rivendicazione dei successo ottenuti fatta da Conte. Però il termine "limiti" e l'altro utilizzato, errori, sembra scelto apposta per creare la possibilità di una nuova maggioranza che appunto quei limiti li possa rimuovere.

 

Il misto c'è. Ma Forza Italia non fa l'Ursula, almeno in aula. Dopo si vedrà.

 

Salvare le persone nonostante Salvini.