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Schiavi del moderno

Chiara Clausi

Saggezza e follia non sono affatto incompatibili. Parla lo scrittore Tahar Ben Jelloun

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Il dubbio, la noia, la verità, la timidezza, l’ambiente, il male, il bene, la violenza, l’amore, la solitudine, i sogni, la brutalità. Sono i grandi temi della vita che lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun affronta ne La filosofia spiegata ai bambini, edito dalla Nave di Teseo. Una lezione di sapienza folgorante, un testo impegnativo, ma scritto in maniera semplice per aiutare i più piccoli ad avvicinarsi alle riflessioni e all’uso del pensiero. Ma è uno strumento prezioso anche per gli adulti smarriti, in un mondo sempre più complesso, dove è più che mai importante imparare a pensare. “Il mio libro è scritto per bambini dai 12 anni in su, ma non solo – conferma lo scrittore al Foglio – perché molte persone usano concetti nella vita di tutti i giorni senza conoscerne il significato esatto”. Una mente critica infatti si forma per tutta la vita. “Ma è meglio iniziare con la scuola”, precisa. Lì dobbiamo insegnare al bambino a non accettare tutto ciò che gli viene detto senza poter riflettere e criticare. In questo momento, il mondo intero è preoccupato per il virus Covid-19. Tutti cercano un vaccino efficace. Ma gli specialisti si contraddicono e non sappiamo più cosa pensare. Una mente critica dovrebbe analizzare il discorso di tutti e decidere cosa fare. Gli strumenti sono il metodo analitico e la pratica della Ragione”.

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Il dubbio, la noia, la verità, la timidezza, l’ambiente, il male, il bene, la violenza, l’amore, la solitudine, i sogni, la brutalità. Sono i grandi temi della vita che lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun affronta ne La filosofia spiegata ai bambini, edito dalla Nave di Teseo. Una lezione di sapienza folgorante, un testo impegnativo, ma scritto in maniera semplice per aiutare i più piccoli ad avvicinarsi alle riflessioni e all’uso del pensiero. Ma è uno strumento prezioso anche per gli adulti smarriti, in un mondo sempre più complesso, dove è più che mai importante imparare a pensare. “Il mio libro è scritto per bambini dai 12 anni in su, ma non solo – conferma lo scrittore al Foglio – perché molte persone usano concetti nella vita di tutti i giorni senza conoscerne il significato esatto”. Una mente critica infatti si forma per tutta la vita. “Ma è meglio iniziare con la scuola”, precisa. Lì dobbiamo insegnare al bambino a non accettare tutto ciò che gli viene detto senza poter riflettere e criticare. In questo momento, il mondo intero è preoccupato per il virus Covid-19. Tutti cercano un vaccino efficace. Ma gli specialisti si contraddicono e non sappiamo più cosa pensare. Una mente critica dovrebbe analizzare il discorso di tutti e decidere cosa fare. Gli strumenti sono il metodo analitico e la pratica della Ragione”.

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Il rapporto tra follia e saggezza è invece complesso, ma i due concetti non sono così distanti. “In uno dei miei primi romanzi Moha il folle Moha il saggio, alcuni lo consideravano pazzo perché diceva la verità, altri lo ringraziavano perché diceva la verità. Quindi, saggezza e follia sono molto vicine, non sto parlando di follia come malattia mentale, ma follia come originalità, che ti fa pensare fuori dai soliti percorsi e vedere le cose con una nuova prospettiva. E’ anche fantasia, poesia, immaginazione. I politici non hanno alcuna follia. E non sono neanche saggi, sono solo noiosi e poco interessanti”. Ma pensare è anche assumersi dei rischi. “Tutte le dittature fanno di tutto per impedire alla gente di pensare. Pensare è mostrare che ci sono altre strade. Il rischio deriva dal fatto che a volte la vita di chi pensa e di chi si oppone è messa in pericolo. Quindi si può arrestarlo e a volte persino condannarlo a morte come è successo di recente in Iran”.

 

Bisogna però non essere prigionieri di un abuso del dubbio. “Il dubbio sistematico non porta da nessuna parte. Il dubbio deve essere, come ci insegna Descartes, metodico, razionale. Ma al bambino deve essere insegnato dove si ferma. L’abuso del dubbio può mettere in pericolo una società”. Viviamo però in un mondo dove mantenere la parola data non è più un valore. “Appartiene alla civiltà dell’onore. Prima si comprava un bene solo dando e mantenendo la nostra parola. Oggi il numero di carte, documenti e firme richieste è enorme. Ciò dimostra che l’uomo non ha più fiducia nell’uomo. I valori morali sono stati traditi così spesso dagli uomini…”.

 

Potrebbero intravedersi nuove forme di schiavitù nelle nostre società moderne? “Siamo già schiavi dei nostri dispositivi elettronici. Il nostro iPhone sa tutto di noi, e inoltre ha demolito la nostra capacità di ricordare le cose. Il nostro computer ci rende schiavi di Google. Siamo schiavi di questa modernità superficiale”. Come ci ha cambiato la pandemia? “Nessuno si aspettava che un giorno una piccola cosa invisibile avrebbe fermato la marcia dell’intero pianeta. Dopo il blocco totale, migliaia di coppie hanno divorziato. Migliaia di persone sono morte a causa del Covid senza che le loro famiglie siano state in grado di dirle addio. E’ uno choc le cui conseguenze non sono ancora state valutate”. Cosa è la prima cosa che dovremmo insegnare invece ai nostri figli? “Ad avere fiducia in se stessi, che l’amore e l’amicizia sono i pilastri di una bella esistenza, che la cultura è importante quanto il pane, che l’arte è essenziale e la poesia è vita”.

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