“Viviamo nel tempo del semaforo allungato e i cambiamenti di colore delle regioni sono le nostre nuove previsioni del tempo. Che colore che fa”. E tu invece dove vivi? “Alla Garbatella, a Roma”. Dunque sei giallo? “Ancora giallo, ma chissà”. Lo chiamano l’uomo dei colori. “Non solo colori, ma anche ‘figure’. E’ il titolo del mio ultimo libro”. Non sei l’autore di “Cromorama”, il testo che ha venduto settantamila copie spiegando “il giallo giuda”, il “blu bovary”, il “bianco morale” e il “malva modernità”? I colori ti hanno reso un best seller? “Un po’. In realtà volevo provare a raccontare come ogni epoca assegni un significato diverso al colore”. L’italiano che si sta facendo leggere all’estero è un designer, anzi, un visual designer di 47 anni che si è laureato in lettere, e che è diventato grafico, ma solo perché abitava nello stesso condominio di un grafico (“Ferru Piludu, un sardo geniale. Ci incontravamo sulle scale. Ho imparato da lui”).
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