Consigli per il semi lockdown
Beffe parigine
Dallo scrittore dell’800 che ce l’aveva con gli americani all’estero alla serie tv da guardare per dirne peste e corna
Selfie, 1913. “La faccia non va bene” dice il fotografo. “Andrebbe meglio messa di tre quarti”. Non basta. “Apra un poco la bocca”, insiste il fotografo. E continua a dare ordini. Le orecchie non stanno bene. Le mani vanno messe sulle ginocchia, la faccia girata verso l’alto, il collo sollevato, il petto in fuori, il gomito piegato. Ecco! Qualche giorno dopo, tanto serviva cent’anni fa per sviluppare e stampare la fotografia, il fotografato neanche si riconosce. Il fotografo ha ritoccato gli occhi, sostituito le sopracciglia, rialzato l’attaccatura dei capelli, modificato la bocca “troppo bassa”. Lo racconta Stephen Leacock in “Passatempi parigini” (Mattioli 1885). Ennesima dimostrazione del fatto che in materia di umana vanità tutto è già stato inventato. Cambiano gli strumenti, non la sostanza.
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