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Un topo Firmino vive nel cuore di tutti noi cresciuti a pane e libri

Fabiana Giacomotti

Che notizia meravigliosa il 74enne pensionato di Genova, affamato di cultura e ladro di libri

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Per la legge del contrappasso, che nell’anno del Covid sembra tradursi costantemente in realtà (dici una scemenza, vieni sconfessato un minuto dopo dai fatti, spesso ti ammali), nella Genova della presunta improduttività senile è stato arrestato un pensionato che rubava libri. Ma non best seller da sosta autostradale. Titoli tipo “Storia d’Europa” di Giuseppe Galasso, “La superba” di Ilja Leonard Pfeijffer (ecco un uomo che tiene alla propria città), o anche “I becchini. L’ultimo inverno della repubblica di Weimar” di Hauke Friederichs. Scelte che denotano un percorso, di collezionismo anche, ancorché più del genere di Marino Massimo De Caro che di Aby Warburg o Karl Lagerfeld con i suoi trecentomila volumi.

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Per la legge del contrappasso, che nell’anno del Covid sembra tradursi costantemente in realtà (dici una scemenza, vieni sconfessato un minuto dopo dai fatti, spesso ti ammali), nella Genova della presunta improduttività senile è stato arrestato un pensionato che rubava libri. Ma non best seller da sosta autostradale. Titoli tipo “Storia d’Europa” di Giuseppe Galasso, “La superba” di Ilja Leonard Pfeijffer (ecco un uomo che tiene alla propria città), o anche “I becchini. L’ultimo inverno della repubblica di Weimar” di Hauke Friederichs. Scelte che denotano un percorso, di collezionismo anche, ancorché più del genere di Marino Massimo De Caro che di Aby Warburg o Karl Lagerfeld con i suoi trecentomila volumi.

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Ai carabinieri che gli perquisivano casa dopo la denuncia della direttrice della Libreria coop di Porto Antico che l’aveva visto infilarsi un Nicola Lagioia sotto il maglione (davvero è successo in una coop? Davvero era Lagioia?), il settantenne, ex impiegato in uno studio professionale, pensione che riteniamo non minima ma comunque minimale, ha spiegato di non rendersi conto di quel che faceva; il suo avvocato sostiene anzi che soffrirebbe di una particolare forma di cleptomania che lo spinge a impossessarsi solo di libri di storia e romanzi, deviazione di cui temiamo di soffrire anche noi che una volta sentimmo irrefrenabile il desiderio di impossessarci della prima copia di Jane Eyre ancora firmato in pseudonimo, Currer Bell. Ci salvarono dal delitto le grate fittissime dell’armadietto in un cui era riposto, presso un antiquario fiorentino che non voleva venderlo.

 

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Un ladro di cultura nel paese dove i lettori forti non riempirebbero la zona 1 di Milano (anzi, pare siano in gran parte ubicati proprio lì) è una notizia talmente confortante che non ce la sentiamo proprio di condannare il 74enne. Rubare è sempre cosa sbagliata, siamo tutti d’accordo, ma rubare per nutrire il cervello ci pare, ecco, un peccato minore: la fame di cultura genera morsi strazianti, e certe solitudini sono troppo rumorose, come scriveva Bohumil Hrabal. Un topo Firmino alberga nel cuore di tutti noi cresciuti a pane e libri, talvolta più i secondi del primo, soprattutto se di velenosissima farina bianca raffinata da cui tenersi lontani mentre dai libri no, quelli mai perché nutrono sempre, perfino quelli pessimi perché, come scriveva Italo Calvino dell’immutabile incipit letterario di Snoopy, “quel cane mitomane non riuscirà mai ad aggiungere alle prime sei parole altre sei o altre dodici senza rompere l’incanto”. Abbiamo cercato di scoprire il suo nome, senza successo. E’ incensurato con una carriera specchiata. Peccato. Sarebbe bello conoscerlo. E siamo sicuri che altrettanto vorranno fare le case editrici intelligenti, magari quell’uomo dallo sguardo lungo di Stefano Peccatori in Mondadori, inviandogli ogni tanto un pacco di libri da recensire e sui quali quest’uomo descritto come mite, pensoso, occhialetti tondi, insomma il prototipo di Ermanno Finzi Contini, vorrà regalarci il suo parere, che saremmo felici di ascoltare, nella forma che vorrà. Di influencer librarie col gatto di casa appollaiato sulla copertina e le “collaborazioni” a gettone ne abbiamo già abbastanza.

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