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"L’Europa difenda la civiltà dai barbari islamisti". Parla l'imam Chalghoumi

Sei poliziotti lo proteggono a Drancy e in moschea predica con il giubbotto antiproiettile. "Dopo Nizza, Vienna. Dobbiamo bandire l'Islam politico"

Giulio Meotti
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“Lo stato deve cacciare l’islamismo dal nostro paese, andate a cercarli dove si nascondono, anche nelle caverne, è il momento di regolare i conti.  Samuel Paty  è un martire”. Queste parole le ha pronunciate l’imam di una banlieue parigina davanti alla scuola di Conflans-Sainte-Honorine dove insegnava il professore decapitato. La vita dell’imam Hassen Chalghoumi è da  anni sotto l’ombra della “Uclat 2”. Traduzione: Unità di coordinamento antiterrorismo, responsabile della sicurezza per le personalità a rischio in Francia, che  ha collocato Chalghoumi appena sotto i capi di stato, “Uclat 1”.

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“Lo stato deve cacciare l’islamismo dal nostro paese, andate a cercarli dove si nascondono, anche nelle caverne, è il momento di regolare i conti.  Samuel Paty  è un martire”. Queste parole le ha pronunciate l’imam di una banlieue parigina davanti alla scuola di Conflans-Sainte-Honorine dove insegnava il professore decapitato. La vita dell’imam Hassen Chalghoumi è da  anni sotto l’ombra della “Uclat 2”. Traduzione: Unità di coordinamento antiterrorismo, responsabile della sicurezza per le personalità a rischio in Francia, che  ha collocato Chalghoumi appena sotto i capi di stato, “Uclat 1”.

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Se la minaccia aumenta improvvisamente, la sicurezza attorno all’imam Hassen Chalghoumi viene adattata. Lo seguono poliziotti armati di mitragliatrici MP5. Sul Monde è stato definito “l’imam sacrificato”, l’agnello islamico destinato a essere abbattuto sull’altare del multiculti. Gli islamisti lo chiamano “imam degli ebrei”, “burattino”, “traditore”, “venduto”. 

 
Chalghoumi è nato a Tunisi. I  fondamentalisti islamici hanno cantato slogan contro di lui per settimane davanti alla sua moschea a Drancy, dopo che si era espresso a favore del divieto del burqa. Hanno distribuito opuscoli e video in tutta l’area. E’ così che Samy Amimour è entrato in contatto con loro, prima di diventare uno dei terroristi che hanno ucciso 89 persone al Bataclan. Quando Chalghoumi esce per strada, cosa che generalmente evita, è accompagnato dai corpi d’élite con le armi semiautomatiche. Sembra la Green Zone di Baghdad, ma siamo nella Île de la Cité di Parigi. E’ la vita di un musulmano riformista nella città simbolo di Voltaire e dei diritti umani. 

 
“Ieri Nizza, oggi Vienna, siamo tutti prede dell’islamismo, questa barbarie, che ha messo tutto il mondo sotto la propria minaccia”, dice l’imam Chalghoumi al Foglio. “La democrazia è minacciata. Il fanatismo islamista non può vincere. Dobbiamo bandire l’islam politico, dobbiamo dire basta a questi regimi come il Qatar e la Turchia, e fare come la Francia di Emmanuel Macron, che sta provando a combattere  il separatismo. Dobbiamo espellere gli imam e gli estremisti che non condividono la visione europea. Questo islamismo è in contraddizione con tutti i nostri valori”. 

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Il rettore della Grande moschea di Parigi ha preso le distanze dal Consiglio francese del culto musulmano. Circondato da una dozzina di leader musulmani, tra cui a sorpresa una donna, Chems-Eddine Hafiz ha letto una dichiarazione in cui denuncia il terrorismo islamista e il boicottaggio della Francia. “La laicità è un valore essenziale che consente a diverse religioni, compreso l’islam, di prosperare in Francia”, ha detto Hafiz, aggiungendo che i musulmani in Francia non sono vittime del “razzismo di stato” o di una politica di “odio contro i musulmani”. C’era anche il leader dell’islam subsahariano in Francia, Assani Fassassi, e capi di luoghi di culto importanti come la Grande moschea di Saint-Denis-de-La-Réunion o la moschea Adda’wa nella parte orientale di Parigi. Dietro le quinte, il rettore nelle ultime settimane aveva cercato alleati per condurre la propria battaglia, questa interna, contro l’islamismo e Mohammed Moussaoui, il suo rivale marocchino a capo del Consiglio francese del culto musulmano, che dopo la decapitazione di Samuel Paty aveva chiesto alla Francia di “rinunciare” alla libertà di espressione.

 
Chalghoumi è durissimo con Ankara. “La politica turca è in guerra con l’Europa, Erdogan vuole fare la guerra ai ‘crociati’, vuole mettere i musulmani contro i cristiani”, continua al Foglio. “Perché colpire Vienna? Perché l’Austria è contraria alla politica di Erdogan. La terza generazione di musulmani in Francia ha gravi problemi di identità, sui valori repubblicani. C’è una vittimizzazione da parte dell’islamogoscismo. Un vittimismo coloniale, del sionismo, del razzismo di stato. Gli islamisti vogliono separare i musulmani dalla società tramite il comunitarismo, mettere tutti contro tutti, l’islamismo è la malattia del secolo. La società europea deve proteggere la propria civilizzazione, cultura, democrazia e libertà da questo veleno e facendo così proteggerà anche i musulmani che non vogliono questi islamisti”.

  

Chalghoumi, da musulmano, condivide il destino dei “blasfemi”,  i giornalisti francesi sotto scorta. Di fronte a questi rischi, la moglie e cinque figli di Chalghoumi ora vivono all’estero. “La polizia è con me tutti i giorni 24 ore su 24”, conclude al Foglio l’imam protetto da sei guardie del corpo. “Quando predico in moschea indosso il giubbotto antiproiettile. I social sono responsabili della propaganda islamista. Sono triste, molto triste, e sono in collera. Perché vedo che la democrazia non ha il mordente necessario per difendere se stessa. La mia famiglia ha pagato un prezzo altissimo. Ogni tre giorni devo cambiare casa. Accade non a Baghdad o a Kandahar, ma in Europa”.

 

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