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È difficile convincere gli italiani a leggere se certi romanzi sono così noiosi

Mariarosa Mancuso

Non è un caso se non si prende più in mano neanche un libro

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Ennesimo rapporto sulle abitudini di lettura. Ennesimo grido d’allarme su quanto poco leggono gli italiani. Non varrà come consolazione – agli occhi del Centro per il libro e per la lettura del ministero dei Beni culturali e dell’Aie, Associazione italiana editori, che hanno commissionato il sondaggio. Ma gli italiani vanno poco anche al cinema, e sembra che ogni occasione sia buona per andarci un po’ meno. E’ tutto un lamento. Se ci fossero i bei film di una volta. Se ci fossero ancora i cinema sotto casa. Se quel film che volevo vedere fosse rimasto più a lungo in sala. Se non ci fossero tanti supereroi (vero, ma se al cinema vanno perlopiù gli adolescenti in gruppo, gli Avengers attirano più di Sharunas Bartas, regista innamorato dell’erbetta che cresce).

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Ennesimo rapporto sulle abitudini di lettura. Ennesimo grido d’allarme su quanto poco leggono gli italiani. Non varrà come consolazione – agli occhi del Centro per il libro e per la lettura del ministero dei Beni culturali e dell’Aie, Associazione italiana editori, che hanno commissionato il sondaggio. Ma gli italiani vanno poco anche al cinema, e sembra che ogni occasione sia buona per andarci un po’ meno. E’ tutto un lamento. Se ci fossero i bei film di una volta. Se ci fossero ancora i cinema sotto casa. Se quel film che volevo vedere fosse rimasto più a lungo in sala. Se non ci fossero tanti supereroi (vero, ma se al cinema vanno perlopiù gli adolescenti in gruppo, gli Avengers attirano più di Sharunas Bartas, regista innamorato dell’erbetta che cresce).

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Una volta gli editori dicevano “non si vendono libri durante le campagne elettorali”. Alla campagne elettorali permanenti ora si è aggiunto il Covid-19, facendo crollare la percentuale degli italiani tra i 15 e i 74 anni che negli ultimi dodici mesi hanno preso in mano almeno un libro. Meglio specificare: oltre ai saggi e ai romanzi, sono comprese le guide e i libri di cucina. Quasi la metà degli intervistati dichiara di non aver avuto tempo, un po’ meno dichiarano che mancavano gli spazi. Pochissimi promettono che dopo l’emergenza riprenderanno come prima, francamente non granché.

 

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Desolante, soprattutto a paragone della smisurata quantità di letture consigliate durante la pandemia (c’eravamo anche noi, sicuro, per personale e ripetuta esperienza niente funziona meglio come antidoto alla noia, epperò nulla è peggio di un romanzo noioso). Era diventato un must: tu quanti ne hai consigliati oggi? Io due su Twitter e uno su Instagram. Linguaggio perlopiù aulico, a dispetto dei social. E’ incredibile come la sola apparizione di una copertina scateni le peggiori reminiscenze scolastiche. A cinque centesimi per ogni volta che abbiamo sentito o letto “intenso” saremmo diventati ricchi.

 

“Leggere è una passione esclusiva, come il gioco o il terrorismo”, scriveva Carlo Fruttero in Mutandine di chiffon (sottotitolo: “Memorie retribuite”). Per siglare il sodalizio con Franco Lucentini aveva voluto la & commerciale, uno sberleffo all’Italia dei poeti (e dei santi, e dei navigatori: due così poco provinciali non si erano visti mai, nel giro dei lettori & scrittori). Non sono cose che si possono insegnare: c’è chi ama l’azzardo e chi non sopporta la vista di un mazzo di carte (il primo che alza il sopracciglio sul terrorismo, vada a vedersi sul dizionario la definizione di “paradosso” – o questo fa di noi gli schiavisti della cultura?).

Il vizio è vizio, mica si trasmette come un virus. Ci sarebbe un’altra pista: convincere i lettori che leggere è uno spasso. Ostacolo numero uno: la noia profonda generata da certi romanzi italiani. Ostacolo numero due: l’astrattezza e la solennità con cui gli scrittori italiani parlano di libri. Amare medicine per diventare persone migliori. I grandi romanzieri del passato, da lassù, pensano che davvero siamo caduti in basso.

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