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Evviva Leonardò, che fa soffrire gli italiani rosicò

Maurizio Crippa

A Parigi ha finalmente inaugurato la mostra dell’anno, o meglio del cinquecentenario

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E finalmente ha inaugurato, giovedì a Parigi, la mostra dell’anno, o meglio del cinquecentenario. La mostra che rende il meritato onore al Genio italo-francese, Leonardò. Cento e più opere, tra cui nella sezione dei disegni fa da star l’Uomo Vitruviano, in ottima salute e felice di essere sfuggito dalle grinfie di Italia Nostra, e giù nella Hall Napoléon più della metà dei dipinti, un gran colpo d’occhio senza nemmeno dover scomodare Monna Lisa. Beato chi ci andrà, e si dovrebbe essere tutti contenti della riuscitissima celebrazione. Pure i toscanacci di Vinci.

  

Soltanto che in Italia, pure di fronte al genio, sappiamo solo rosicare. Ci sono quelli che starnazzano perché il titolo è esclusivamente in francese, Léonard da Vinci (e scrivono mettendo l’accento, indignati, su Vincì). Ci sono quelli che gongolano perché il Salvator mundi è sparito nelle sabbie di Dubai (che sia anche meglio così, perché probabilmente è falso, è pensiero che manco li sfiora) e hanno ripiegato su una vecchia crosta, proprio finta. Quelli che dicono che la mostra è male allestita e che il curatore Vincent Delieuvin è poco meno che uno scarparo (volevano il direttore italiano?). Ma intanto la gran mostra è lì, non ci voleva tanto a fare un successo planetario, basta attaccare i quadri al muro e lo spettacolo è fatto. Ma il vero spettacolo, visto da qui, è vedere tutti questi les italiens trasformati in rosicò. Evviva Leonardò.

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