Guardare i cartelli del nuovo Tg4 di Cecchi Paone e capire qualcosa di più sull’elettorato di Forza Italia
La cosa è andata così, non mi vergogno a dirlo. Un pomeriggio ero da mia mamma e lei stava vedendo un giallo vecchia maniera su Rete4. Poi alle 19 è partito il tg, il nuovo Tg4 di Alessandro Cecchi Paone, e io sono stato catturato come dagli occhi del basilisco, e non volevo crederci ma non potevo smettere di guardare. Così, con qualche settimana di ritardo (ha debuttato il 4 aprile), l’ho scoperto.
Non ci si vergogna mai a dire di non seguire il Tg4, ché il target è troppo pop, invece si dovrebbe, perché il target è più vicino al vero di quel che si creda. Poi c’è l’alibi che sappiamo già tutto: l’idea è personalizzare l’informazione, insomma un restyling di Emilio Fede o di Mentana, e Cecchi Paone stesso s’è premurato di spiegare che “sarà una Macchina del tempo dell’informazione… posso garantire che sono ritenuto affidabile e credibile”. Cordiale come uno zio: “Intanto buon 25 aprile a tutti, la Festa della liberazione”. Non volevo crederci perché è una cosa che non s’è mai vista, è l’esperimento di informazione televisiva più didascalico mai provato. Molto s’è commentato perché alla prima puntata c’era un mappamondo sulla scrivania, poi è sparito. E’ un balzo in avanti rispetto al fedismo, o un salto all’indietro verso il maestro Manzi del telegiornale.
Per capirlo non c’è nemmeno bisogno di aver visto i cartelli con cui Cecchi Paone ha squadernato la lettera del Cav. al Giornale: “UN MOVIMENTO LIBERALE CATTOLICO RIFORMATORE. NOI NON SIAMO LA DESTRA MA UN PARTITO MODERATO”. Ora, si potrà dire che è un elettorato residuale, che il popolino di provincia va verso Grillo, che l’erede è Renzi e persino che Bertolaso sarebbe un sindaco affidabile. Ma se volete capire a cosa assomiglia oggi uno zoccolo duro di Forza Italia, beh, c’è il Tg4 delle 19.