Uscire con Vieri (in formato libro) e non sentirsi sole o male accompagnate
Al posto di sorbirvi un antipasto fatto di racconti d’infanzie autentiche, preludio di attaccamento ai veri valori della vita sviluppato subito dopo l’università, con Vieri potrete godervi un impenitente Lucignolo-Hucklberry Finn, che marinava la scuola, rubava biciclette, incendiava cucine e, quando sapeva che le avrebbe prese, si imbottiva i pantaloni di gommapiuma. Ed ecco perché “le legnate mi hanno sempre fatto il solletico”: perché era ed è un furbastro, non un eroe. Elisabetta Canalis lo sapeva, per questo gli dava la caccia armata di schiaffi preterintenzionali e doberman, lo aggrediva nel sonno, gli rigava la macchina (una Porsche Cayenne Turbo che, sebbene avesse la fiancata incisa da un “Figlio di puttana”, a un finto posteggiatore era piaciuta lo stesso tanto che l’aveva fregata sotto al naso, al povero Bomber che, a menarlo, gli si fa solo il solletico). Trovatene un altro che vi porti a cena e vi racconti di aver tradito la sua donna e che, mentre vi dice quanto l’amava, esplicita la saggissima summa di quello che lei gli ha insegnato, ovvero “mai addormentarsi con il cellulare acceso”: al massimo troverete uno che vi mentirà dicendovi che lui non avrebbe mai e poi mai fatto soffrire Maria Callas, abbandonato Didone, organizzato una cena galante o, ancora peggio, troverete quello che non mentirà perché non sa sognare.
[**Video_box_2**]Non saltate i capitoli del bomber calciatore: sono un pass per gli spogliatoi, dove accadono cose preistoriche, scorrette, da mitologia greca e i maschi ancora si allevano a colpi di pugni e minacce. Oltre che a entrare clandestinamente in luoghi ameni, quei capitoli vi serviranno ad attraversare indenni le feste al Pineta, il locale di Milano Marittima dove il bomber ha dato il meglio dei suoi ormoni e il peggio della sua immagine, dove se le portava a letto tutte, perché erano tutte “fregne assurde” (perdonatelo, vi parlerà da milanese imbruttito) e tutti “idoli” e “amici della vita” (per lui amicizia è: Ronaldo che va alla sua festa di compleanno di trent’anni). Di cilecche non ne racconta mai e gli si vuol bene perché è tanto ingenuo da pensare che possiamo credergli. E, in fondo, in cambio di una cena divertente in cui siamo state veline senza sembrarlo, potremmo persino fingere di farlo.