Per combattere i problemi di liquidità, ecco una nuova moneta: succede in Zimbabwe
<p>Il presidente Mugabe tenta così di risolvere la grave crisi economica che ha colpito il paese, ma scatena la più grande protesta degli ultimi dieci anni</p>
Per risolvere la grave carenza di liquidità che ha colpito il paese, lo Zimbabwe ha introdotto una nuova moneta locale, i “biglietti di obbligazione”, del valore pari al dollaro statunitense. La Banca centrale dello Zimbabwe ha sempre evitato di fare riferimento ai nuovi biglietti di obbligazione come a una valuta, ma questi “bond note” (come vengono chiamati in inglese) possono essere scambiati nei negozi in cambio di beni. Il primo importo messo in circolazione ammonta a 10 milioni in tagli da due e cinque dollari. Il governo ha però stabilito che sarà possibile ritirare al massimo 150 dollari alla settimana. I cittadini hanno risposto a questa iniziativa in maniera critica: proteste in tutte le città e code di ore per ritirare i propri soldi dai conti in banca nel timore del prolungarsi della crisi.
Questa manovra, annunciata lo scorso maggio, cerca di porre un rimedio a una situazione di crisi che risale al 2008, quando l’inflazione aveva raggiunto livelli allarmanti e il governo aveva deciso di sostituire la propria valuta con il dollaro statunitense, scatenando critiche e adunate di piazza. Le cattive scelte economiche, il crollo delle esportazioni e la corruzione hanno ulteriormente aggravato la situazione del paese e contribuito a causare la crisi di liquidità. Ora, per la prima volta dopo otto anni, lo Zimbabwe torna a questa sorta di moneta locale, ma lo scetticismo dei cittadini e la generale mancanza di fiducia rischiano di mettere in pericolo la stabilità dei nuovi biglietti d’obbligazione.