Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

Raggi sindaca boh vax

Gianluca De Rosa

Calenda incalza, il Campidoglio minimizza. Alla prima cittadina più social del mondo manca ancora la foto più cool del momento: quella con l'ago al braccio, che da Londra a Madrid è stata già postata dai sindaci di mezza Europa

Anche la sindaca di Roma Virginia Raggi si iscrive a pieno titolo nella furba e accidiosa lista dei boh vax. I tempi sono quello che sono, un mix letale di preoccupanti varianti ed elezioni che si avvicinano. Non mancano dunque le polemiche. A tirarla fuori ieri pomeriggio ci ha pensato un avversario dell’attuale inquilina di palazzo Senatorio, il leader di Azione Carlo Calenda. Su Twitter ha attaccato: “Non è una questione sulla quale puoi sottrarti, ti sei vaccinata o no?”. E la sindaca che non ha quasi mai parlato di campagna vaccinale e affini – va detto che non è tema di sua competenza e che comunque Campidoglio e municipi hanno offerto alla regione Lazio diversi spazi per la creazione di punti vaccinali – è stata costretta a uscire allo scoperto.

 

Non si è vaccinata. Dal Campidoglio la spiegano così: “Dopo aver contratto il virus a novembre ha seguito il protocollo. Ha gli anticorpi ancora alti. Segue, come chiunque, i consigli del medico rapportati alla propria condizione clinica”. Da novembre sono passati otto mesi, almeno due di più dei sei suggeriti dalle autorità sanitarie per vaccinarsi con una dose dopo aver contratto il virus.

 

Alla sindaca più social del mondo, insomma, manca ancora lo scatto più cool dei duri tempi pandemici, quello con la siringa vaccinale infilata nel braccio. Tempismo e buon esempio da fornire agli elettori. Anche se forse in Campidoglio pensano che non tutti quelli che apporrebbero una "ics" sul nome di Virginia Raggi alle prossime elezioni potrebbero apprezzare. Eppure, in giro per le altri grandi capitali europee, i primi cittadini hanno fatto a gara nel postare sulle loro pagine social l’orgoglio della puntura che immunizza.

 

Il primo, ovviamente, è stato il sindaco di Londra Sadiq Khan, anche lui attivissimo su Facebook come su Instagram. Già a metà febbraio, sorrideva mentre riceveva la prima dose a favor di fotocamera. Ma Khan non si è limitato a questo. Più volte nel corso delle settimane è tornato in diversi hub vaccinali con post pieni di gratitudine nei confronti degli operatori sanitari conditi con fotografie di vaccinati di ogni età e colore: gli ebrei ortodossi ad Hackney e i più giovani per il super Saturday di vaccinazioni nell’arena del Chelsea, lo Stamford Bridge. Come lui comunque hanno fatto anche il neo eletto sindaco popolare di Madrid José Luis Martinez Almeida che sui social ha esultato con foto del braccio in primo piano dopo aver ricevuto la dose e il sindaco di Bruxelles Philippe Close.

 

L’unica eccezione è la sindaca di Parigi Anne Hidalgo. Per la possibile sfidante di Emmanuel Macron nessun “vaccine selfie”. Dalle cronache parigine, come dalle pagine social della prima cittadina francese è impossibile evincere se sia o meno vaccinata, quel che certo è che lei di vaccini parla, anche se spesso lo fa per criticare. A inizio aprile è stata al centro di una polemica con l’ex ministro della Giustizia del governo Sarkozy e attuale sindaco del VII arrondisment Rachida Dati che aveva aperto un centro vaccinale che utilizzava le dosi avanzate per immunizzare insegnanti e personale degli asili nido: per Hidalgo si trattava di un uso improprio dei vaccini.

 

Pochi giorni fa invece ha aspramente attaccato la scelta del presidente Emmanuel Macron di imporre l’obbligo vaccinale a infermieri e personale non sanitario che lavora con gli anziani: “Meglio gli incentivi delle sanzioni”, ha detto argomentando poi così: “Penso che dobbiamo ovviamente incoraggiare, spingere il personale infermieristico a farsi vaccinare, ma dobbiamo stare attenti a non stigmatizzarli". Critica si, ma boh vax no. E infatti la sindaca di Parigi comunque sin da marzo a più volte visitato i punti vaccinali della Capitale francese ricordando l’importanza dell’inoculazione. Senz’altro questione di competenze differenti tra Parigi e Roma, ma anche di chiarezza.

 

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