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L'intercettazione dell'innamorato fisso

Ecco la telefonata di Putin all'agente Fsb che si è fatto "fregare" da Navalny

Maurizio Milani

Il presidente russo si presenta come il procuratore di Ibra e si becca una querela. In esclusiva per il Foglio (ma neanche) la telefonata molto bella e completa dopo la confessione dei servizi russi

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Telefonata intercettata molto bella; in merito alla vicenda di Aleksey Navalny, che ha scoperto chi lo ha avvelenato. Il presidente Putin telefona all'agente del F.S.B che si è fatto “fregare” da Navalny.

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Telefonata intercettata molto bella; in merito alla vicenda di Aleksey Navalny, che ha scoperto chi lo ha avvelenato. Il presidente Putin telefona all'agente del F.S.B che si è fatto “fregare” da Navalny.

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Putin si presenta come Ibrahimovic: “Pronto Kostantin Kudrjavtsev?”
Kostantin: “Sì”
Putin: “Sono l'agente di Ibra, vorremmo chiedere a lei che si intende di batteriologia se gli stiramenti del campione sono di origine microbica”.
Kostantin: “Dovrei vederlo”.
Putin: “Certo! Vediamoci adesso in stazione a Odessa”
Kostantin: “Facciamo alle 11!”
Putin: “Va benissimo! Scusi tanto che c'è quel rompiballe di Navalny, non c'è mezzo di sterilizzarlo tramite pomata?”
Kostantin: “ Lasci perdere! Ho già tentato una volta, ma è stato fortunato”.

Putin: “ Come mai?”
Kostantin: “Quel pirla del pilota dell'aereo è atterrato subito, bastava allungasse di qualche minuto e il ragazzo rimaneva un povero sterile”.
Putin: “Provate ancora, non tutte le ciambelle riescono con il buco”
Kostantin: “No! No! Meglio aspettare, l'opinione pubblica sospetta già del coinvolgimento del presidente”.

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Putin: “Coglione! Il presidente sono io!”.
Kostantin: “Come si permette di spacciarsi per il nostro presidente. Lei è querelato”.
Putin: “Ascolta imbecille, a parte che io non c'entro niente sulla vicenda. I servizi hanno ampia autonomia.
Kostantin: “La smetta di farsi passare per Putin...”
Putin: “Scusa, ma che scuole hai fatto?”
Kostantin: “Mi sono diplomato, terza media alla camera del lavoro di una città sull'Adriatico”.
Putin: “Trieste?”
Kostantin: “No! Vicino!”
Putin: “Volevo premiarti, puoi venire al Cremlino oggi alle 11.20?”
Kostantin: “Sì, mi ha convinto, è lei signor presidente”.

Putin: “Anzi non venire più, è chiaro che da oggi cambi lavoro”

Kostantin: “E cosa vado a fare? Ho sempre fatto questo!”
Putin: “Vai a fare l'accompagnatore della squadra di volley femminile della Stella Rossa”.

Kostantin: “Grazie presidente! È un'ottima mansione”!
Putin: “Sì, è un'ottima mansione. Non buttare in piedi casini anche lì, e prima di parlare al telefono come un'oca...”
Kostantin: “Sì! Ha ragione presidente. Ma sa, essendo stato educato male da piccolo, e non avendo relazioni sociali, a volte mi piace anche confidarmi con estranei”.
Putin: “Al telefono?”

Kostantin: “Al telefono e anche sul tram”.

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Putin: “Va bene! Va bene! Kostantin, a questo punto parla con tutti. Più parli e meno sei credibile”
Kostantin: “No! Presidente, non parlo più con nessuno!
Putin: “Ma se ti ho appena detto di parlare con tutti...Fai il contrario di quello che ti dicono, Kostantin”.
Kostantin: “Sì! Me lo diceva sempre la mia maestra all'Isola del Giglio”.

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Putin: “Va bene! Kostantin, buone feste! Ormai la frittata è fatta. L'importante è che Navalny stia bene e anche tu! Buon anno!
Kostantin: “Buon anno presidente! E mi scusi ancora!
Putin: “Niente! Niente! Può capitare!”

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