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le proteste in piazza

La notte degli scontri. Manifestazioni in tutta Italia contro il dpcm

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In piazza del Popolo a Roma una parte del corteo indetto da Forza Nuova, duecento persone circa,dopo alcuni tafferugli e lanci di bombe carta e fumogenisi è scontrato con le forze dell'ordine, che hanno utilizzato gli idranti per disperderlo. In piazza era da poco terminato un altro corteo di commercianti capeggiati da esponenti locali della Lega.

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Sette arresti e due denunce. É il bilancio, ancora provvisorio, dei disordini avvenuti ieri sera a Torino, nel corso della manifestazione contro le misure anti-Covid disposte da governo e Regione Piemonte, durante la quale sono rimasti feriti due poliziotti e un fotoreporter. Nessuna delle persone fermate ha un'attività commerciale, fanno sapere dalla questura e tutti sono pregiudicati. A Milano i manifestanti hanno lanciato molotov, bottiglie e danneggiato vetrine lungo Corso Buenos Aires mentre in corteo hanno raggiunto la sede della Regione. Le persone denunciate sono ventotto, un poliziotto è rimasto contuso. 

 

Vetrine spaccate, cassonetti a fuoco e bombe carta: a Torino la manifestazione si trasforma in guerriglia urbana (video Ansa)

 

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Dopo gli episodi di venerdì scorso a Napoli, le tensioni raggiungono molte altre città e si legano a doppio filo con le proteste delle categorie colpite dalle misure restrittive dell'ultimo dpcm. Ristoratori, gestori di bar e locali, liberi professionisti e commercianti, danneggiati economicamente dalla chiusura anticipata che il governo ha disposto per tentare di contenere la curva dei contagi, che continua a crescere da diverse settimane insieme ai ricoveri e ai pazienti in terapia intensiva.

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Misure rigide ma necessarie, spiegano dal governo, che sono tuttavia messe in discussione all'interno della stessa maggioranza, creando un clima di incertezza politico che nelle piazze diventa tensione sociale. A protestare non ci sono solo i rappresentanti delle categorie colpite, ma anche manifestanti violenti, nei cui volti le forze dell'ordine hanno riconosciuto pregiudicati e agitatori. Per questo dal Viminale fanno sapere che l'allerta è massima e che si cerca di intercettare tempestivamente i segnali che possono far pensare all'organizzazione di proteste potenzialmente destinate a degenerare. 

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A scorrere le cronache locali l'elenco delle città in cui ieri si sono svolte manifestazioni di piazza sembra infinito. Il disappunto verso i sacrifici richiesti dal governo viaggia senza distinzioni da nord a sud e neppure i 5 miliardi di ristori, tra cassa integrazione e sussidi, rincuorano le categorie colpite.  Le manifestazioni si sono fatte pericolose anche a Trieste, Lecce, Viareggio, Pescara, Catania e Cremona, dove tra i commercianti si sono fatti spazio frange violente che sono venute allo scontro con le forze dell'ordine. 

 

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