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Perché fare dell’animale trentino il fratello di Yoghi è un guaio anche per l’ambiente

Chicco Testa

La personalizzazione degli animali è romantica ma produce effetti indiretti complicati sul nostro ecosistema. Lezioni di Boitani

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E se provassimo ad affrontare uno dei tipici tormentoni estivi con buon senso? Mi riferisco all’orso trentino che per la seconda volta è fuggito dal recinto elettrificato in cui era rinchiuso mostrando se non altro una inaspettata resistenza alle scosse elettriche. A favore dell’orso si sono espressi in molti contrapponendosi alle preoccupazione dei forestali e del presidente della provincia timorosi per un potenziale incontro ravvicinato fra il plantigrado e gli umani che potrebbe anche risolversi non proprio con una stretta di mano. Essere iscritti al WWF potrebbe in quel caso non aiutare molto. Il primo errore da evitare è quello di sopravvalutare il pericolo. Le probabilità di un’aggressione da parte dell’orso sono molto basse. Boitani, grande esperto di animali carnivori, ha fatto più volte notare che per chi va in montagna di pericoli ve ne sono molti altri e più frequenti anche di origini animale. Da insetti piuttosto aggressivi ai tanti cani inselvatichiti e altrettanto aggressivi.

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E se provassimo ad affrontare uno dei tipici tormentoni estivi con buon senso? Mi riferisco all’orso trentino che per la seconda volta è fuggito dal recinto elettrificato in cui era rinchiuso mostrando se non altro una inaspettata resistenza alle scosse elettriche. A favore dell’orso si sono espressi in molti contrapponendosi alle preoccupazione dei forestali e del presidente della provincia timorosi per un potenziale incontro ravvicinato fra il plantigrado e gli umani che potrebbe anche risolversi non proprio con una stretta di mano. Essere iscritti al WWF potrebbe in quel caso non aiutare molto. Il primo errore da evitare è quello di sopravvalutare il pericolo. Le probabilità di un’aggressione da parte dell’orso sono molto basse. Boitani, grande esperto di animali carnivori, ha fatto più volte notare che per chi va in montagna di pericoli ve ne sono molti altri e più frequenti anche di origini animale. Da insetti piuttosto aggressivi ai tanti cani inselvatichiti e altrettanto aggressivi.

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Detto questo il secondo errore da matita rossa è quello di “personalizzare l’orso attribuendogli sentimenti, desideri e diritti che sono invece prerogativa di chi possiede una relativa libertà di scelta”. L’orso al massimo, come altre specie animali rare, può essere portatore di un diritto passivo, che comunque gli viene attribuito non dalla sua esistenza naturale, ma dalla comunità umana. Per il resto l’orso fa l’orso. Quello che sempre gli orsi fanno e hanno fatto per millenni, guidati dall’istinto naturale e dal patrimonio genetico. Il desiderio di riprodursi per esempio pesa molto di più di un astratto desiderio di libertà, concetto assai umano. La personalizzazione degli animali produce per altro effetti indiretti piuttosto complicati. L’orso ok e le mucche no? Ci si infila in un tunnel di dilemmi inutili e controproducenti. Fare dell’orso trentino il fratello stretto dell’orso Yoghi o battezzarlo con nomi umani è un esercizio da cui persone adulte e responsabili dovrebbero astenersi.

  

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E l’ultimo errore, profondamente diseducativo, è infine quello di dedurre da tutto ciò una visione disneyana della natura. Una roba in cui tutti si vogliono bene, non esistono prede e predatori e i buoni sentimenti guidano le azioni degli animali.

  

Sempre Boitani ha fatto osservare che la specie introdotta in Trentino è più aggressiva di quella più domestica presente da decenni in Abruzzo. Risultato di lunghi anni di convivenza con gli esseri umani, ma anche di qualche abbattimento selettivo degli esemplari geneticamente più aggressivi.

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