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contro mastro ciliegia

Odiano gli ebrei che cantano

Maurizio Crippa

Alla manifestazione delle Comunità ebraiche di Roma si è cantato e ballato: è l'essenza di un popolo.  Ma c'è chi ha trovato "inaccettabile" persino questa espressione di vita, così tipica e potente. Sono gli stessi che dicono che i ragazzi di Nova se la sono meritata. Odiano la musica, odiano a morte un popolo che canta

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Non ero alla manifestazione “No antisemitismo. No terrorismo” promossa  martedì a Roma dalle Comunità ebraiche, ma c’era il Foglio, e questo conta. A parte qualche ributtante adesivo con scritto “sionisti = nazisti” appiccicato dagli stessi che di solito strappano dai muri le fotografie dei cittadini israeliani rapiti, i resoconti parlano di begli interventi, calore umano, coraggio, appoggio senza se né ma del governo e dello stato italiani. Qualche spezzone video sui social ha mostrato, alla fine, i promotori cantare e danzare sul palco, commossi e avvolti nelle bandiere. Chiunque conosca anche solo un poco la cultura ebraica sa quanto il canto comune e la danza esprimano l’essenza di un popolo e di una storia. Eppure a commento, sui social e non solo, c’è chi non ha avuto vergogna a insultare quell’espressione di gioia e dolore, di vita. Odiatori che preferiscono forse le grida oscene di morte di Hamas, e che definiscono “intollerabile” il fatto che un popolo canti e balli. Una studentessa ebrea del MIT si è sentita costretta a lasciare gli studi dopo che alcuni studenti le hanno detto che chi è stato massacrato al rave di Nova “meritava di morire”. Odiano la musica e amano la morte. Anche alla fine di Schindler’s List c’è un popolo che canta. Odiano quel popolo, perché canta. 

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