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contro mastro ciliegia

Il curling d'oro e Mr. Ping

Maurizio Crippa

E' stata la mano di Dio? Forse sì. Mentre spingeva Sorrentino verso le nomination, ha spinto anche le "stone" da 18,6 chili di Stefania Constantini e di Amos Mosaner. verso la vittoria. Sì, valeva la pena non boicottare le Olimpiadi di Pechino, per fregare l'ordo del curling a Mr. Ping

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E’ stata la mano di Dio? Sicuro che sì, la manina ubiqua di San Diego. Mentre a Los Angeles sospingeva alle nomination il suo agiografo preferito, nel Cubo di ghiaccio di Pechino sospingeva anche quei levigati sassoloni di granito (stones si dice, se volete tirarvela) da 18,6 chili. Sospinte, le stones, con le mani di Stefania Constantini e di Amos Mosaner fino al posto posto giusto, e soffiando pure sugli scopettini fino alla casa d’oro.  E’ stata la mano del curling. Gioia pura per noi italiani, alla faccia degli arriccianaso che borbottano “che sport sarebbe?”, perché non sanno che al curling qui eravamo appassionati già da bambini: quando non c’erano le reti del Cav. a intasare i ripetitori e si vedeva la tv svizzera in pace. E in Svizzera è uno sport nazionale, roba da spellarsi le mani.

Adesso l’Italia del curling, che in tutto sono trecento giovani e forti, in pochi anni ha messo su una squadretta olimpica mica male e zac! Dopo le medaglie nello slittino, nel fast track e in altre candide specialità nordiche, ecco che ai cinesi propagandisti che volevano vincere tutto abbiamo portato via anche questa. E dopo tutte le polemiche su andiamo o non andiamo, è meglio partecipare o boicottare, ecco la risposta: valeva la pena esserci, tanto per fregare anche il curling a Mr. Ping. 

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