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contro mastro ciliegia

Il bavero di Conte

Maurizio Crippa

Con l'irreversibile reversibile, l'Avvocato del popolo ha quasi raggiunto le vette degli ossimori di Moro. Ma dall'elegantone che è dovrebbe sapere che il termine "rever" si addice al bavero delle giacche. Farsi prendere per il bavero dalla propria stessa inconsistenza politica, è un'altra cosa

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Uomo tutto d’un pezzo, ma di caucciù, deformabile a piacere e all’infinito a seconda di chi tiri e dove, ma senza mai perdere l’indeformabile sorrisetto per tutte le stagioni, ieri Giuseppi Conte ha finalmente dimostrato di avere davvero qualcosa che lo avvicina ad Aldo Moro: il talento per l’ossimoro, la capacità di violare senza violazione il principio di non contraddizione. Che una decisione annunciata una settimana fa come irreversibile possa essere ora non più irreversibile, sbalordirebbe anche l’inventore delle convergenze parallele. Non vogliamo “prendere una decisione irreversibile”, ha detto a proposito della scelta di non andare più in Rai. E che c’è di strano? S’è mai visto qualcuno prendere una decisione e volerla mantenere? Va da sé che il comico in chief, garante del MoVimento o di quel che, irreversibilmente, è diventato, non potesse fare a meno di infilzarlo: “E’ un gentleman, non riesce a dare degli ultimatum, è uno dei più grandi specialisti di penultimatum”. Dall’arbiter elegantiarum che è, l’Avvocato dovrebbe sapere che “rever” è termine che s’addice al bavero delle giacche. Farsi prendere per il bavero dalla propria stessa inconsistenza, è una brutta faccenda. 

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