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contro mastro ciliegia

Viva il tv-pass per i virologi

Maurizio Crippa

Diciamolo, questa morbida democrazia illiberale dell'epoca "dragoniana" ha i suoi enormi vantaggi. Ad esempio il nuovo regolamento che impone ai virologi di essere autorizzati dal proprio istituto prima di andare in televisione. Dopo un anno in cui hanno detto tutto e il contrario di tutto, ben vengano le regole

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Diciamolo sinceramente. Più passa il tempo, più il vaccino ci riporta verso la vita di prima (migliori? Manco per niente, e menomale), più i rompicoglioni no questo e preti mancati sì quell’altro imperversano, e più ci sembra desiderabile, auspicabile, questa magnifica scrematura in atto della democrazia informale e persino del diritto di scassare i cabasisi. Molto preferibile è lo stato delle leggi “dragoniane”, come le chiama il mio amico Giuliano, che però saggiamente ne dubita, e questa democrazia blandamente illiberale ma tanto più razionale. Ad esempio, la Camera ha approvato un saggio ordine del giorno che stabilisce che i virologi, e gli esperti sanitari che dir si voglia, prima di andare in tv dovranno essere autorizzati dalla struttura in cui lavorano, “al fine di evitare di diffondere notizie o informazioni lesive per il Sistema sanitario nazionale e di conseguenza per la salute dei cittadini”. Evviva. Ma perché ci hanno messo un anno a deciderlo, dopo che in tv abbiamo sentito dire tutto e il contrario di tutto? Ben venga l’autorizzazione. Bella notizia che fa il paio con un’altra: la Camera ha approvato una delibera dell’ufficio che rende obbligatorio il green pass, parlamentari e governo compresi. Piantatela con le cazzate, e viva la democrazia dragoniana. 

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