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contro mastro ciliegia

La fine delle inchiestazze da romanzo?

Maurizio Crippa

Finalmente il governo ha approvato un regolamento che vieta ai pm l'uso di nomi enfatici per le inchieste. Addio "Mani pulite", "Ruby Rubacuori" e soprattutto "Mafia capitale"

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Da dove nasce lo spettacolo della giustizia spettacolo? Come nei romanzi di cappa e spada, come negli hard boiled da strapazzo o nei fumetti di Kriminal, spesso nasce dal titolo. E spesso pure si ferma lì, la giustizia: allo spettacolo. Al titolazzo ad effetto. Ma sotto il vestito niente. Troppe volte le cronache spettacolar-giudiziarie, figlie illegittime della giustizia spettacolo, si fermano al nome fantasioso pronto a sgonfiarsi come un soufflé. “Mafia capitale”, tra i recenti, è forse il più afflosciato di tutti. Altri persino più osceni, come “Angeli e Demoni” sul farlocco caso dei pedofili di Bibbiano. Ma basta andare a memoria per ritrovare fior di titoli-baldracca per inchieste non sempre commendevoli. Dall’archetipo “Mani pulite” ad “Affittopoli”, “Calcio scommesse”, “Mensa dei poveri”. E “Why Not” e “Phoney Money”, per i pm anglofili. Come salvarsi dalla giustizia spettacolo, non si sa. Ma almeno la fine dei titoli spettacolo potrebbe essere arrivato. Il governo ha approvato un regolamento, che vieta ai pm di utilizzare nomi enfatici e allusivi per le inchieste. Lo scopo è rafforzare la presunzione di innocenza. Che, se un’inchiesta passa “Ruby Rubacuori”, avete già capito da che parte tira. 

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