Antonio Di Pietro, pm nel pool di "Mani pulite" (foto Ansa)

contro mastro ciliegia

La fine delle inchiestazze da romanzo?

Maurizio Crippa

Finalmente il governo ha approvato un regolamento che vieta ai pm l'uso di nomi enfatici per le inchieste. Addio "Mani pulite", "Ruby Rubacuori" e soprattutto "Mafia capitale"

Da dove nasce lo spettacolo della giustizia spettacolo? Come nei romanzi di cappa e spada, come negli hard boiled da strapazzo o nei fumetti di Kriminal, spesso nasce dal titolo. E spesso pure si ferma lì, la giustizia: allo spettacolo. Al titolazzo ad effetto. Ma sotto il vestito niente. Troppe volte le cronache spettacolar-giudiziarie, figlie illegittime della giustizia spettacolo, si fermano al nome fantasioso pronto a sgonfiarsi come un soufflé. “Mafia capitale”, tra i recenti, è forse il più afflosciato di tutti. Altri persino più osceni, come “Angeli e Demoni” sul farlocco caso dei pedofili di Bibbiano. Ma basta andare a memoria per ritrovare fior di titoli-baldracca per inchieste non sempre commendevoli. Dall’archetipo “Mani pulite” ad “Affittopoli”, “Calcio scommesse”, “Mensa dei poveri”. E “Why Not” e “Phoney Money”, per i pm anglofili. Come salvarsi dalla giustizia spettacolo, non si sa. Ma almeno la fine dei titoli spettacolo potrebbe essere arrivato. Il governo ha approvato un regolamento, che vieta ai pm di utilizzare nomi enfatici e allusivi per le inchieste. Lo scopo è rafforzare la presunzione di innocenza. Che, se un’inchiesta passa “Ruby Rubacuori”, avete già capito da che parte tira. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"