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contro mastro ciliegia

Il fiasco di Barbero

Maurizio Crippa

L'intervista alcolica in cui lo storico youtuber sostiene che ricordare le Foibe è "una falsificazione neofascista" perché di atrocità che ne sono state anche altre. No: quella fu una "pulizia etnica", occultata per decenni. Ricordarla non significa negare la Shoah. Negare le Foibe invece è ubriacatura ideologica

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Spiace sembrare ripetitivi, ma a me e al mio compagno di banco rubrichista, il mitico Andrea’s, evidentemente ieri è cascato l’occhio sulla stessa intervista alcolica. Un’intervista al barolo, si sarebbe detto un tempo, oggi più banalmente un’intervista al Barbero. Nel senso del famoso storico di YouTube che tanto piace ai ragazzi. Alessandro si chiama. Forse tirato un po’ per le orecchie da Daniela Ranieri del Fatto, che è brava, ma mettendoci molto del suo fiasco, Barbero si sdraia a difesa del rettore Montanari e ne infila di ogni, a sostegno della tesi per cui il Ricordo delle Foibe sarebbe una “falsificazione della storia da parte neofascista”. A parte dire che quelli “dalla parte giusta” combattevano con le “Nazioni Unite”, che però ancora non c’erano, il prof. sostiene questa teoria: che siccome “fatti del genere se ne sono verificati continuamente”, scegliere una “specifica atrocità” da ricordare è “una scelta politica, e falsifica la realtà”. Non vuol dire nulla, né in storia  né in logica. Ma dice molto della falsificazione ideologica di Barbero: le Foibe furono una “pulizia etnica” come non se ne sono viste altre nel nostro paese. Affermarlo non è negare la Shoah, è solo la verità. Depurata dalle ubriacature ideologiche.

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