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Deodoranti per pesci

Maurizio Crippa

Il questionario "etnico" della Asl e i deodoranti sugli stranieri in pizzeria. Noi italiani si è brava gente, ma non riusciamo a comunicarlo

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In attesa di sapere se il giovane colonnello Kurz, col suo sorrisetto a rasoio, di là dal Brennero inventerà davvero il populismo però buono, di qua dal confine (ah, i confini: sono cocciuti quasi quanto i fatti) e in attesa anche del famoso tunnel, succede questo. Che in un questionario della Asl del comprensorio di Bolzano, rivolto a insegnanti, c’è la richiesta di specificare “gruppo etnico o razza dell’alunno”. E apriti cielo, ovviamente. Forse c’era anche prima, ma nessuno aveva notato. Pare però che sia perché il questionario è tradotto pedissequamente da uno americano: e lì, Trump o non Trump, come sappiamo usano così.

 

Ma certo non è bello, non è giusto e nemmeno intelligente. Sebbene venga anche il dubbio, solo il dubbio eh, che la Asl volesse semplicemente un aiutino per sapere se il tale alunno viene dall’Africa, dal Perù oppure da Canneto sull’Oglio. Giusto per ipotizzare le vaccinazioni da fare. Mica saranno tutti nazisti a Bolzano, no? Non più, almeno, del pizzaiolo (dall’accento napoletano, pare, e ciao Koulibaly) che in una pizzeria di Milano ha preso l’iniziativa di vaporizzare col deodorante alcuni colleghi di passaporto non italiano: “Ma perché non lo usate questo?” si sente dire nel consueto video virale. Che forse è razzismo della peggior specie, ma che magari era un aiuto igienico elargito un po’ così, alla cazzo di cane. Noi italiani si è brava gente: è che non riusciamo a comunicarlo, nemmeno tra noi. Intanto a Roma un pugno di gloriosi attivisti umani testimoniava davanti al Parlamento sordo e grigio che #Nonsiamopesci. No che non siamo pesci, no. Siamo un po’ pirla, sì.

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